L'inchiesta

Fase 2, per le discoteche è ancora lockdown: parlano Cristian Marchi, Georgia Mos e Emanuele Antimi

I tre noti dj raccontano la loro esperienza a riviera24.it

collage dj 2

Sanremo. Da tre mesi del loro destino non sanno nulla, in balia come altri, imprenditori e lavoratori, dell’emergenza legata al Covid-19. Ma per loro, però, la ripresa sembra ancora più lontana e difficile. Sono gli operatori del mondo della notte, dei grandi live corali, delle discoteche. Ad essere toccati dalla crisi, e in qualche modo dimenticati dalle istituzioni, non sono solo i dj locali e i gestori delle discoteche dell’Imperiese, ma anche i dj di alti livelli.

A raccontarlo sono tre big della dance music: due di fama internazionale, Cristian Marchi e Georgia Mos, e uno emergente di fama nazionale, Emanuele Antimi. Oltre a spiegare come stanno facendo fronte a questa situazione, i tre dj hanno espresso i loro pareri al riguardo a Riviera24.it, esprimendo anche parole di conforto a chi gestisce e lavora nelle discoteche della provincia di Imperia.

Cristian Marchi. «La pandemia è un fatto straordinario e capisco che siamo stati tutti colti di sorpresa, anche la Sanità e lo Stato. Nessuno ovviamente ha parlato di noi poiché l’aggregazione in questo periodo risulta pericolosa». A dichiararlo è il noto dj Cristian Marchi.

Classe 1976, ha iniziato a soli 14 anni a lavorare in una radio mantovana e a quell’età si è avvicinato anche al mondo della notte per non uscirne mai più. Da quel momento la sua vita è cambiata per sempre: Marchi è diventato un dj di fama internazionale e ha collaborato con artisti di grande livello. I suoi lavori hanno scalato le classifiche, raggiungendo i primi posti nelle classifiche dance in Italia e all’estero, e risultando tra i dischi più suonati nei club di tutto il mondo.

!cristian Marchi

Adesso, anche lui, come tutti coloro che lavorano in questo ambito, si trova ancora bloccato da un lockdown dovuto all’emergenza Covid-19 e da linee guida per una riapertura che tardano ad arrivare. «Potevo capire nella prima fase, ma in questa seconda fase penso che il tutto sia più gestibile, quindi credo che sia ora di darci la possibilità di continuare a fare il nostro lavoro», dichiara.

Marchi è sicuro che questo momento difficile abbia insegnato a tutti quanto l’igiene sia realmente importante, cosa che lui non ha mai sottovalutato.
Un dj consapevole che chi vende divertimento ha un ruolo importante, perché incide sulla felicità della gente, ma che allo stesso tempo è al corrente che l’aggregazione, in questo momento, possa creare dei pericoli.

«Si potrebbe dare possibilità ai locali di riaprire con 1/3 della capienza e con personale pagato a 1/3 dello stipendio, per poi ritornare alla normalità alla fine dell’emergenza»: è questa la proposta del dj per provare a ripartire. Ma, vista la sua esperienza nel campo, Marchi sa che aprire un locale e organizzare eventi ha costi molto elevati e quindi si potrebbe avere una ricaduta negativa a livello economico.

Il consiglio che dà, dal cuore, a chi come lui fa questo lavoro ma è conosciuto soltanto a livello locale, come i dj dell’Imperiese, è di essere sempre responsabili. Il suo è un pensiero di conforto nei loro confronti: «Come un fratello maggiore che avverte: “Guarda, purtroppo questo lavoro in Italia non è considerato come una vera e propria professione. Io sono 29 anni che faccio il dj e ho sempre pagato tutto, ma come voi non ho ricevuto nessun aiuto”. Siate responsabili, sempre, e non siate succubi di questa situazione»

Georgia Mos. «La musica in questo periodo mi ha tenuto molta compagnia, avendo una console a casa ho deciso di rendere onore all’idea di party del sabato sera: sto facendo delle dirette chiamate “Mos Party” ogni sabato alle 21.30, mezz’ora dedicata al dj set e l’altra mezzora a rispondere ai fan. Questa iniziativa si è rivelata positiva non solo per me, ma per chi anche da casa avesse voglia di un po’ di compagnia», confessa la famosissima dj sanremese Georgia Mos.

All’anagrafe Giorgia Moschini, è una tra le dj donne più richieste nel panorama internazionale. All’ età di 7 anni inizia a studiare canto e chitarra classica a Sanremo, ma è a 18 anni che debutta nel mondo dello spettacolo iniziando ad affiancarsi ai conduttori di eventi collaterali al Festival di Sanremo. Georgia, che si definisce «una sorta di jolly per la città dei fiori», si è poi trasferita per due anni a Londra: è qui che scopre la sua passione per la musica elettronica ed è sempre qui che decolla la sua carriera. Dopo numerose esperienze maturate viaggiando per il mondo, partecipa al famoso programma di Italia 1, “Top dj”: da qui in poi il suo successo si estende anche in Italia.

Georgia Mos

Una ragazza molto giovane che ha molto da insegnare, convinta che la forza di volontà possa sempre ripagare positivamente i sacrifici fatti.
Anche lei, professionalmente colpita dal lockdown, si sente di dire la sua: «Questo silenzio che cala sul mondo della notte, personalmente, lo trovo molto triste. Sembra che il lavoro dello show business non sia mai considerato una vera e propria professione, ma una cosa superflua volta solo al divertimento. Lo Stato sembra non capire che c’è gente che ci vive. Capisco non sia facile adesso pensare a una riapertura delle discoteche, viste le regole da rispettare, e in primis bisogna sempre mettere la salute, ma come sono state date delle linee guida ad altre categorie dovrebbero iniziare a parlare almeno anche un po’ di noi», confessa rammaricata, e aggiunge «d’altronde l’assembramento, purtroppo, lo vediamo anche oggi da tante immagini scattate fuori dai bar, non cambia molto da una pista da ballo. Non trovo una differenza tra chi sta in piedi a parlare e chi sta in piedi a ballare».

Anche lei dona una parola di conforto ai dj dell’Imperiese: «Siamo tutti sulla stessa barca, anche se a livelli differenti. Il mio consiglio è di andare avanti, guardare sempre il lato positivo e non mollare mai». E aggiunge: «Arriveranno tempi migliori e sarà ancora più bello, le cose verranno apprezzate maggiormente. Adesso, pero’, dobbiamo combattere tutti insieme per farci sentire, per far finalmente parlare anche di noi».

Emanuele Antimi. «Lo so, vado contro i miei interessi, ma penso che i locali dovranno riaprire solo quando si potrà tornare a ballare tutti insieme, senza bisogno di guanti e mascherine. Allo stesso tempo, pero, trovo anche doveroso che lo Stato dia un aiuto economico anche alla mia categoria quindi: Stato tienici a casa, perché in questo momento sarebbe un rischio, ma riconoscici e aiutaci». Lo dice Emanuele Antimi, famoso dj e produttore emergente di Alessandria.

Classe 1994, ama la musica fin da piccolissimo: a soli 5 anni inizia a suonare il violino, per poi passare alla chitarra. A13 anni la svolta: Antimi si innamora della musica da discoteca, ma essendo ancora troppo piccolo per poter frequentare i club segue la sua passione attraverso vari programmi televisivi e sulla piattaforma di Youtube. Il suo nasce come hobby, per suonare a casa con gli amici, ma continua e cresce, quando il giovane entra in contatto con i locali della sua zona.

Solo una volta finito il liceo, Antimi decide di diventare anche produttore e registrare brani propri: il primo lancio avviene grazie alla casa discografica “Dance and Love” di Torino del dj di fama internazionale Gabry Ponte: nel 2014 arriva la prima uscita discografica di “Disco Funky”, con tanto di video musicale.

Emanuele Antimi

Anche lui, come tutti gli altri dj, sta vivendo quella che è la crisi economica legata al Covid-19 e un lockdown che per il mondo della notte sembra non avere ancora fine. Davanti a una possibile riapertura, con le ormai note restrizioni, il dj si mostra molto perplesso: «Si può provare a ripartire iniziando da cene e aperitivi con show, ma sono molto pessimista al riguardo perché so quali sono i costi che ha un locale e poi penso che si perderebbe anche un po’ quello che è lo spirito della vera discoteca».

Ai dj della provincia di Imperia si sente di dedicare queste parole: «Cercate di farvi sentire ugualmente, fate delle dirette online in modo da arrivare ai vostri amici, ma soprattutto, quello che direi anche a me stesso è: non mollate mai. Portate avanti la vostra passione perché, anche se sotto le mascherine, noi ci siamo».

 

(Articolo redatto con la supervisione della redazione di Riviera 24)

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