Il caso

Sanremo, anziani positivi al coronavirus concentrati a Casa Borea? Di Vincenzo: «Ci sono strutture vuote, perché obbligarci al trasferimento?»

Il presidente della fondazione: «Nessun contratto firmato, attendiamo garanzie per il personale e per gli ospiti»

La casa di riposo Borea

Sanremo. Casa Borea “quartier generale” dell’accoglienza per gli ospiti delle case di riposo della provincia, dimessi dagli ospedali e risultati positivi al coronavirus. I giochi sono tutt’altro che fatti. Dopo le dichiarazioni della vicepresidente di Regione Liguria e assessore alla Sanità Sonia Viale che aveva annunciato il trasferimento di tutti i malati presso la struttura matuziana, si alza la voce del presidente della fondazione (i cui vertici sono nominati dal Comune) che gestisce l’ospizio di via Zeffiro Massa.

«La decisione è ancora in stand-by perché, come Cda, siamo molto preoccupati per il nostro personale e per l’eventuale trasferimento dei nostri 52 utenti, alcuni dei quali in serie condizioni di salute, spiega Giuseppe Di Vincenzo. Ci renderemo disponibili nel momento in cui il presidente, con un decreto della Regione, ci obbligasse ad accogliere i malati, ma allo stesso tempo ci domandiamo come farà l’Asl a garantire l’incolumità dei nostri dipendenti, quando si fa fatica a dotare delle più elementari protezioni lo stesso personale degli ospedali?»

Continua il presidente del consiglio di amministrazione di Casa Borea: «Forse si è dato per scontato questo trasferimento troppo presto, quando tutte le altre case di riposo a cui era stata chiesta la disponibilità si sono negate. Mi domando se non sarebbe stato più logico che si spostassero i 7/8 clienti della vicina residenza protetta di Emerà da noi o in altre strutture, invece che obbligare al trasferimento tutti i nostri ospiti da loro per lasciare questi posti a chi ha contratto il virus? Alla luce del fatto che non sappiamo nemmeno come sarà garantita la sicurezza del nostro personale specializzato – aggiunge Di Vincenzo – che dovrà a andare a trattare, da un momento all’altro, con persone infette. Non voglio mettere in difficoltà il sindaco, il direttore dell’Asl e gli altri interlocutori che ci hanno chiesto disponibilità, ma che sia chiaro a tutti che vanno tenute presenti le esigenze anche dei parenti dei nostri pazienti, i quali sono allarmati e contrari a spostare i loro cari».

Conclude il presidente: «Vorrei precisare che a oggi non abbiamo ancora firmato alcun contratto e non sappiamo neanche come agire. Come Cda non ci prenderemo la responsabilità del trasferimento dei nostri ospiti. Se il presidente della Regione farà un decreto ad hoc, allora non sarà un problema adeguarci, però al momento dobbiamo ancora parlarne. Non devono essere trascurati i problemi della fondazione».

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