Il caso

Camporosso, invalido licenziato senza spiegazioni: «Mi hanno illuso per un mese»

«Ero felicissimo - racconta -. Mi è caduto il mondo addosso»

riviera24 - Lavoro pubblico
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Bordighera. La gioia di aver trovato un lavoro. La disperazione di perderlo dopo poco più di un mese, senza una spiegazione. E’ una delle situazioni più difficili da sopportare, soprattutto quando a causa di una invalidità permanente non è semplice trovare un’impiego. E’ quanto successo ad Andrea S., 29 anni, che a causa di un grave incidente stradale è invalido all’80 per cento. Un ragazzone, intelligente e capace, che però a causa della menomazione a una gamba fatica a camminare.

«Avevo saputo che al Brico Io di Camporosso cercavano una persona per stare alle casse, seguire i clienti – racconta Andrea, ancora scosso -. Il posto di lavoro era riservato agli invalidi, così ho fatto tutte le carte che andavano fatte e ho presentato la domanda». Passano mesi, tra visite mediche e certificazioni: finalmente Andrea ottiene una risposta positiva: «Ero felicissimo», dice. Il 30 dicembre 2019, la ditta gli fa un contratto di sette mesi, rinnovabile. Andrea va al lavoro, per 21 ore settimanali, adempie alle sue funzioni con entusiasmo e dà il massimo: superiori e colleghi sono felici del nuovo innesto: «Avevamo proprio bisogno di uno come lui», dicono. Ma il 5 febbraio arriva la doccia fredda: «Con una raccomandata consegnata a mano, mi viene detto che sono licenziato: mi è caduto il mondo addosso», racconta Andrea.

Poche righe, con le quali, a insaputa del direttore, del suo vice e dei responsabili del punto vendita, la sede centrale dell’azienda comunica la recessione del contratto: «La presente per comunicare il nostro recesso dal lavoro durante il periodo di prova. Il recesso ha effetto immediato», si legge. Motivazioni: nessuna. Andrea non si dà per vinto: chiede ai superiori che però non sanno nulla e sono attoniti come lo è lui. Allora prova a telefonare in ditta, ma gli viene detto che non possono essere fornite spiegazioni.
«Vorrei almeno conoscere il motivo per cui ora sono a casa – dichiara – Il posto di lavoro non me lo ridarà nessuno, ma sapere perché sono stato sbattuto fuori è un mio diritto. Almeno questo mi è dovuto».

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