I dati

Momento difficile per l’artigianato ligure: imprese in calo nel 2019

«Nell'attesa che lo Stato torni a investire come dovrebbe, come Regione siamo al fianco di questi eroi», ha dichiarato l'assessore Benveduti

Genova. «I dati pubblicati da Unioncamere non ci sorprendono. L’artigianato vive un momento non facile, visto che sul settore da tempo si è scatenata una vera e propria ‘tempesta perfetta’. Pressione fiscale, bulimia normativa e drammatico più che decennale crollo della domanda interna, assieme alla costante diminuzione ed invecchiamento della popolazione ligure, sono i principali ‘fattori killer’ che hanno reso la vita molto precaria alle piccole aziende.

Ma la caparbia e resiliente Liguria, oltretutto segnata da più di un anno di drammatici eventi e mala gestione infrastrutturale, in qualche modo limita i danni e riesce perfino a fare meglio della tanto celebrata Emilia-Romagna. Certamente fatto di per sé di poco conforto, ma, in ogni caso, indicativo dell’impellente generale necessità d’intervento governativo, che sblocchi immediatamente gli attesi interventi infrastrutturali e alleggerisca quanto prima e seriamente il carico fiscale e l’asfissiante burocrazia in primis. ‘Medicine’ indispensabili per un mondo imprenditoriale che nel nostro territorio conta oggi 43mila attività tra micro e piccole imprese.

Regione, da parte sua, si appresta come previsto ad attivare il nuovo strumento finanziario da più di 7 milioni di euro per il sostegno al credito. Provvedimento sicuramente utile e ben accolto dai destinatari, ma, purtroppo, da inserire per massimizzarne gli effetti in un quadro di supporto globale a questo vitale comparto economico».

È il commento dell’assessore regionale allo Sviluppo economico Andrea Benveduti agli ultimi dati di Infocamere-Movimprese, secondo i quali si è registrato un calo dello 0,77% tra le imprese iscritte e cessate nella nostra regione.

«Tassazione cervellotica e pesantissima, normative sempre più complicate e misure depressive della domanda interna – continua Benveduti – espongono il Paese al rischio desertificazione dei nostri centri storici e all’apertura indiscriminata alle grandi catene delle multinazionali. E il governo che fa? Cancella la cedolare secca sugli affitti dei negozi, colpendo ulteriormente artigiani e commercianti. Le botteghe di prossimità sono un baluardo che dobbiamo tutelare, non solo nei centri urbani, ma anche e soprattutto nelle aree marginali che vedono pian piano sparire un pezzo di quella civiltà artigiana che è identità del nostro paese».

«Nell’attesa che lo Stato torni a investire come dovrebbe, come Regione – prosegue Benveduti – siamo al fianco di questi ‘eroi’, che affrontano con caparbietà le difficoltà orografiche, i ritardi infrastrutturali e le carenze di risorse. E per farlo sempre più attivamente abbiamo stanziato più di 6 milioni di euro in favore delle imprese delle aree interne. Nella fattispecie, oggi riapre il bando delle botteghe dell’entroterra, che nelle finestre del 2016 e del 2018 ha già permesso a 276 imprese di accedere alle agevolazioni regionali.

È stata anche prorogata al 16 marzo la scadenza del bando della digitalizzazione delle microimprese, proprio per consentire a un numero più elevato di richiedenti di concludere la domanda. Stiamo inoltre lavorando a un progetto, che si occupi di prendere per mano gli imprenditori per aiutarli a orientarsi tra le varie complicazioni burocratiche. Ci muoviamo per creare un “ecosistema” economico il più favorevole possibile, nell’attesa che lo Stato torni ad avere un’organica visione d’insieme e volontà di fattivo intervento», conclude l’assessore Benveduti.

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