L'iniziativa

Arma di Taggia, Casa Africa organizza un corso di lingua italiana per le donne immigrate

Sono più di una ventina le allieve attualmente iscritte provenienti dal nord Africa e residenti a Taggia

Casa Africa

Taggia. Sono più di una ventina le allieve attualmente iscritte, provenienti dal nord Africa e residenti a Taggia, al corso gratuito di lingua italiana, organizzato da Casa Africa, che si tiene ad Arma di Taggia grazie all’ospitalità del circolo ARCI “Tunin Siffredi”. 

L’’iniziativa ha lo scopo di fornire alle donne immigrate uno strumento imprescindibile di comunicazione e di incontro. Si avvale del generoso e competente impegno di un’insegnante per un giorno alla settimana (due ore al mattino) e della mediazione linguistica della presidente di Casa Africa, Nadia Chikhaoui.

«L’inserimento di ulteriori insegnanti ci consentirebbe di aumentare il numero delle allieve e i giorni di lezione. Chi fosse disponibile può inviare una mail a casafrica.italia.segreteria@gmail.com, o telefonare a Nadia (3890978764) o a Marina (3356232232)» – fanno sapere gli organizzatori.

Casa Africa è nata nell’ottobre del 2009 sotto la spinta dell’amicizia di un gruppo di donne arabe immigrate e italiane per promuovere la diffusione della cultura della pace, della solidarietà e dell’incontro. Ciò nella consapevolezza che le donne rappresentano un fondamentale anello di congiunzione fra culture diverse stante il carattere universale e trasversale delle battaglie che esse conducono contro la violenza e la discriminazione. Da questa consapevolezza e dalla convinzione che è necessario superare l’isolamento di cui le donne immigrate sono spesso vittime è nata l’idea ispiratrice del modello associativo dove le donne immigrate sono protagoniste.

Restituire protagonismo alle donne immigrate è quindi tra gli obiettivi prioritari che Casa Africa persegue attraverso iniziative che le aiutino ad acquisire consapevolezza dei propri diritti, della propria dignità ed identità culturale, superando in tal modo quel muro di pregiudizi che impedisce la corretta conoscenza della complessità dell’universo femminile arabo.

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