La richiesta

Faida di Caramagnetta, per Ferraro chiesti 8 anni di carcere

Sentenza attesa per il 3 febbraio

Imperia. La mattina del 14 gennaio 2019 aveva ferito a colpi di pistola Antonietta Calvo, 64 anni e il marito Vito Pedone a Caramagnetta nell’entroterra portorino, ultimo episodio di una serie di litigi sfociati nella violenza per motivi di vicinato.

In sede di rito abbreviato il pubblico ministero Barbara Bresci  ha chiesto per Ferraro la condanna a 8 anni di reclusione. La sentenza dal parte del giudice Paolo Luppi è prevista per il 3 febbraio.

Giovanni di Meo, difensore di Ferraro ha chiesto che venisse esclusa l’aggravante della premeditazione e riconosciuta l’attenuante della provocazione.

La Calvo e Pedone sono difesi dalle avvocate Monica Dotti e Federica Romeo di Savona.

Domenico Ferraro, 63 anni, originario di Cosenza e abitante a Taggia, di ritorno dalla questura dove si era recato per sottoporsi all’obbligo di firma aveva atteso che la Calvo e il marito rientrassero per affrontarli. La  discussione, evidentemente, era degenerata rischiando di finire in tragedia.

Secondo la ricostruzione dopo aver speronato l’auto dei coniugi  Ferraro era sceso dalla sua auto e si era messo a sparare. Tre colpi, esplosi da una Browning semiautomatica, calibro, 7,65, con la matricola abrasa colpendo la donna e ferendola a un braccio e al torace. Un proiettile era rimasto conficcato vicino al cuore tanto che la vittima è stata elitrasportata all’ospedale San Martino di Genova per subire un delicato intervento chirurgico per rimuovere i proiettili. Poi l’arma si era inceppata, così Domenico Ferraro aveva  gettato così la pistola, salendo di nuovo a bordo della propria vettura e scappando verso il centro di Porto Maurizio fino in piazza Roma dove aveva abbandonato auto dileguandosi a piedi.

Nel primo pomeriggio del 17 gennaio, dopo aver fatto perdere le proprie tracce per 3 giorni, l’uomo aveva accusato un malore mentre si trovava a Sanremo ed era così terminata la sua breve latitanza.

 

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