Il riconoscimento

Cipressa premia i cittadini che si sono distinti nel campo del lavoro

Targhe consegnate a sei anziani e un giovane medico

Cipressa. La comunità si è riunita per festeggiare sette cittadini di Cipressa che si sono distinti nel campo del lavoro. Una targa in segno di riconoscimento è stata consegnata loro nel corso di un consiglio comunale straordinario e solenne, che si è svolto in una sala gremita.

Hanno presenziato il sindaco Filippo Guasco con gli assessori Claudio Aicardi e Cristina Pavesi e i consiglieri Alessandro Longordo, Ubaldo Oneglio, Alessandro Magenta, Luigi Di Clemente, Roberto Lanteri, Luciano Ameglio e Mauro Spinelli.

Questi i destinatari delle onorificenze: Rina Conio, Viviana Olivieri, Alessio Corradi, Mario Pavesi, Franco e Gemma Garibaldi, Giuliano Ameglio.

«Abbiamo voluto conferire un riconoscimento – ha spiegato il sindaco Filippo Guasco – a chi nel corso di decenni si è segnalato nell’ambito del lavoro insieme a un giovane. Fra l’altro in due casi i protagonisti hanno chiuso la loro attività proprio quest’anno». Idea apprezzata anche dal consigliere di minoranza Mauro Spinelli: «Un’iniziativa lodevole. Che accogliamo con grande favore».
Lo stesso Guasco ha poi illustrato le attività svolte dai premiati che a loro volta hanno offerto veloci testimonianze e ricordi di una vita.
Rina Conio ha avuto un negozio di alimentari, in Piazza, per più di 56 anni: «Un lavoro faticoso – ha spiegato il sindaco – che non conosce né ferie né riposi. In quel negozio sono passate tre generazioni. Rina aveva cominciato quando c’erano ancora i pesini per poi passare alle bilance automatiche, dalla lira all’euro fino al pos. I suoi figli hanno poi ampliato la sua attività».
Viviana Olivieri ha creato il ristorante La Torre, sempre in Piazza, portandogli una stella Michelin e anche la famiglia reale del Belgio prima di passarlo al figlio, lo chef Massimo Spadoni. Così Guasco: «Quando gli altri si divertivano lei lavorava. Non c’è nessuno a Cipressa, insieme a decine di migliaia di buongustai e turisti, che non abbia mangiato nel suo ristorante. E’ anche grazie a lei se Cipressa è diventata una meta turistica».

Alessio Corradi, 28 anni, giovane medico è l’unica eccezione. Il sindaco: «Lo abbiamo voluto premiare per i risultati conseguiti in campo scientifico e nella ricerca medica. A Marsiglia, a un importante convegno medico con 75 nazioni del mondo e 2400 delegati, ha ricevuto un premio per la sua attività».

I primi tre premiati sapevano della cerimonia loro dedicata. Gli altri no. Per loro una sorpresa: erano venuti perché molto amici di Rina Conio e Viviana Spadoni. Mario Pavesi a 84 anni è ancora un falegname provetto. Guasco: «Io ricordo anche suo padre Gino. Mario, con un escamotage, ha poi lasciato la sua attività al figlio Alessio. Così può continuare a stare con lui e a lavorare. Non c’è una casa a Cipressa che non abbia una porta, una finestra, un mobile costruito dai Pavesi».
Franco e Gemma Garibaldi hanno avuto un’officina da fabbro e meccanica. Il sindaco: «Franco è alla terza generazione ‘du Ferrà’ Non c’è comune della provincia, e oltre, che non abbia sul territorio qualche Box Garibaldi. Un’attività, da fabbro, che ha trasmesso ai fratelli albanesi Ben e Ylli dopo avergli insegnato. Ora che ha smesso di lavorare Franco può andare, e va, sull’amata bicicletta».
Luciano Ameglio, 74 anni, è un imprenditore con molte attività: dal commercio di mobili etnici alla ristorazione. «Qui – ha detto Guasco – gioco in casa ma mi emoziono io (il sindaco è nato nella frazione di Lingueglietta, così come Ameglio ndr). ‘U Titti’, come lo conoscono dal soprannome del padre, ha costruito un impero. Ricordo quando a Lingueglietta aveva cominciato a vendere scope e candeggina per poi aprire l’Acetificio Agros. Quando lo ha chiuso l’odore di aceto è rimasto per 15 anni. Ero bambino da quando lo sento dire che avrebbe smesso di lavorare. E da ragazzo ho lavorato tre estati per lui. Una volta ricordo che ero andato a fare consegne in Valle Argentina e nell’entroterra di Ventimiglia. Gli telefonai da una cabina per dirgli che avevo finito. Lui mi disse: ‘Parti e vai a fare un carico a Sassello’. Insomma, si sapeva quando si cominciava e non quando si finiva. Oggi ha costruito un impero. La sua attività è florida anche se non voglio fargli i conti in tasca. Per lui non esiste quota 100 per andare in pensione, ma il 100 lo intende come i 100 anni di età: fino a quando continuerà a lavorare».

Prima di passare a un ricco rinfresco c’è stato il tempo di constatare come in Sala ci fosse la donna più anziana del paese, Immacolata Concessa, di 95 anni: a lei è andato un omaggio floreale.

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