Il colloquio

Imperia, Giovanni Barbagallo: «Ricandidarmi in Regione nel 2020? Sono orientato per il no»

«Ma sono favorevole a un tavolo di proposte coi Cinque Stelle per trovare un denominatore comune e fissare un programma»

giovanni barbagallo

Imperia. «Ricandidarmi? Non lo so ancora. Al momento sono più orientato per il no». Giovanni Barbagallo, consigliere regionale uscente del Pd e padre nobile dei dem del capoluogo e non solo, potrebbe non ripresentarsi agli elettori nella prossima primavera per provare a spuntare uno scranno in Consiglio regionale. «Non c’è – sottolinea Barbagallouna ragione precisa – Ad oggi, ripeto, prevale la predisposizione non candidarmi. E pensare che non avrei nemmeno bisogno della deroga del partito, avendo fatto il consigliere solo per una legislatura in Regione».

Dal 2010 al 2015, infatti, Giovanni Barbagallo è stato assessore esterno della giunta guidata da Claudio Burlando e nel 2015 è stato eletto per la prima volta in Consiglio andando all’opposizione.

L’anticipazione da parte dell’ex esponente socialista ed ex sindaco del capoluogo apre la gara alla successione in provincia di Imperia per (almeno) una molto ambita poltrona nel parlamentino regionale in casa Partito democratico.

Barbagallo che è stato uno dei sostenitori più accesi dell’accordo destra/sinistra che nel 2013 portò Carlo Capacci a fare il sindaco, non si scompone nemmeno davanti a un possibile accordo tra Pd e Movimento 5 Stelle per le Regionali 2020. «Sono favorevole -dice  – a un tavolo di proposte coi Cinque Stelle per cercare di trovare un minimo comune denominatore e fissare un programma con un candidato della società civile. Vedo molti cambiamenti in casa grillina, perché non provare? Il banco di prova sarà l’Umbria».

L’ultimo, inevitabile, passaggio, sullo strappo di Matteo Renzi: «Non c’era un solco così profondo, nessuna motivazione plausibile se non il personalismo di Matteo. Non so nemmeno se gioverà a lui».

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