Il caso

Puc di Sanremo, rebus delle osservazioni: il Comune non le pubblica e Regione tampona

Palazzo Bellevue salta un passaggio fondamentale della procedura compromettendo alcune istanze dei cittadini

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Sanremo. Una doccia fredda si abbatte su coloro che avevano proposto delle osservazioni in corso di modifica del nuovo piano urbanistico comunale. A poche settimane dall’approvazione definitiva del Puc da parte della giunta regionale, la quale ha chiuso un iter durato una trentina d’anni, si scopre che per un vizio di forma le variazioni chieste all’amministrazione comunale da una decina di privati sono andate perdute.

A quanto pare gli uffici di Palazzo Bellevue, confortati da un parere legale, non avrebbero pubblicato le osservazioni, che pure erano state approvate, prima di chiudere il plico e spedire tutto a Genova per l’approvazione definitiva. Un errore di forma che non ha permesso alla Regione di prendere in considerazione quelle integrazioni fatte da coloro che avevano un interesse proprio da far valere. A segnalare il problema, con una richiesta di pregiudiziale, era stato il gruppo di Forza Italia in consiglio comunale per bocca del consigliere Baggioli, il quale di recente è tornato all’attacco sul caso da lui stesso segnalato in tempi non sospetti.

Tra queste osservazioni che potrebbero essere andate perdute, per esempio, ci sarebbe anche la numero 38 che mirava a trasformare un’area abbandonata nel quartiere di San Lorenzo, attualmente destinata a edilizia residenziale, in un parco a verde con giardini. Fatta propria dal comune, con tanto di valutazione positiva degli uffici, non si sa che fine abbia fatto di preciso. Paradossale come questa, al contrario delle altre, era stata portata avanti anche da uno dei consiglieri comunali della maggioranza in carica, il compianto Francesco Prevosto.

Morale della favola, complice, forse, la fretta, e per quanto la città possa “esordire” per l’entrata in vigore dopo lungo tempo di un piano urbanistico finalmente operativo, c’è chi deve fare i conti con delle istanze andate in fumo.

Una spiegazione della vicenda la prova a dare l’assessore ai lavori pubblici Giorgio Trucco: «Gli uffici non hanno ancora analizzato a fondo le modifiche rilasciate nel Puc. Secondo la valutazione che avevamo fatto, non sarebbe dovuto essere necessario ripubblicare le osservazioni accolte. Se un problema c’è stato, valuteremo la prossima settimana cosa fare e eventualmente discuteremo con Regione su come trovare delle soluzioni per questi casi».

A gettar acqua sul fuoco, invece, è il dirigente del settore edilizia privata Miceli: «E’ vero che le osservazioni non sono state pubblicate, ma di fatto la maggior parte di esse sono entrate dentro il Puc attraverso un “giro strano” che ha mandato in confusione molti.  Quel che conta è il parere vincolante arrivato dalla Regione, al quale come Comune non potevamo fare altro che adeguarci».

Ora che fare? Per prima cosa chi aveva proposto delle osservazione dovrebbe andare a verificare che realmente queste siano inserite nel Puc definitivo. Per gli altri, tanti o pochi che siano, un suggerimento lo offre l’assessore regionale Marco Scajola: «A mio parere il Comune ha un obbligo nei confronti dei cittadini ai quali aveva dato il proprio assenso, di porre correttivi, aggiornamenti e varianti per rendere applicate tutte le osservazioni fatte».

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