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Progettare un interno: pensieri e idee per un linguaggio contemporaneo

La progettazione d’interni si può pensare in vari modi, essere sviluppata in altrettanti, avere uno stile da ripetere o ideare di volta in volta.

Paolo Tonelli

La progettazione d’interni si può pensare in vari modi, essere sviluppata in altrettanti, avere uno stile da ripetere o ideare di volta in volta.

Personalmente mi piace pensare all’interior design come ad un’attività sociale, che riunisce le persone e trasmette idee condividendo interessi e passioni in spazi e luoghi progettati in maniera creativa.

La casa è un luogo dove il personale e il sociale vivono in commistione senza interruzioni di continuità, viviamo gli ambienti in intimità e li condividiamo con le persone a noi vicine, trasmettiamo la nostra personalità attraverso la nostra casa, gli oggetti e i complementi che la arredano, il colore che abita gli spazi, la distribuzione, l’illuminazione, tutto parla di noi. Pensiamo il nostro corpo in relazione all’ambiente progettato e vissuto.

La velocità con la quale viviamo la nostra epoca ci lascia poco tempo da dedicare a riflessioni semplici quali le relazioni ambiente costruito/uomo, relazioni che governano da tempo immemore la nostra storia e il nostro benessere psicofisico. L’ambiente è regolato da dimensioni e proporzioni ben precise, capaci attraverso la loro relazione di creare dei parametri oggettivi di “bellezza”, rapporti visivi che generano un ambiente armonioso ed equilibrato.

In Occidente, parliamo spesso ad esempio di stile “classico” immaginando particolari architettonici decorati, stucchi ma in realtà l’aspetto che più interessa a noi è l’elemento fondamentale dello stile classico: la proporzione. Proporzioni che aiutano il progetto di un ambiente, regolano la distribuzione degli spazi, determinano il posizionamento di oggetti e mobili in modo da plasmare la nostra casa, il nostro luogo di lavoro, ottenendo un senso compiuto di armonia ed equilibrio. Equilibrio che si ricerca attraverso uno studio legato alla personalità di chi vive l’ambiente. Ritmo e ripetizione, equilibrio e contrasto, punti fermi nello spazio, simmetria.Un’orchestra pronta ad eseguire una sinfonia scritta nel tempo ed interpretata a misura d’uomo da qualsivoglia direttore si scelga.Uno dei compiti principali dell’interior designer è cogliere, comprendere e interpretare l’identità del committente per creare l’ambiente ideale, sia esso abitativo o lavorativo comunicando un messaggio che raggiunge a livello inconscio chi in seguito fruirà lo spazio.

Il progettista ha l’opportunità di manifestare, attraverso lo studio progettuale, le mode e le tendenze del tempo senza però dimenticare le varie informazioni personali riguardanti il committente e arrivare ad un risultato capace di “comunicare” ed “emozionare”. Le considerazioni da porre in essere sono sostanzialmente suddivise in fasi, che vanno dalla attenta valutazione di stile che il cliente ha in mente alla capacità di formulare un concetto leggibile da proporre in fase di studio, cucito addosso allo stesso. Fanno seguito il budget, lo stile di vita o il tipo di commercio da sviluppare, l’ambiente dove si opera e le dinamiche sociali in cui si svilupperà il progetto se legato alla produttività o commercio.

Ma di cosa dobbiamo tenere conto per una progettazione equilibrata e funzionale? Per progettare spazi dove le semplici funzioni quale sedersi, stare in piedi, sdraiarsi, lavarsi bisogna tenere conto della dimensione, della forma e dei movimenti del corpo umano.

Conoscere la quantità di spazio necessaria per svolgere determinate funzioni aiuta il progettista a razionalizzare lo stesso evitando inutili “vuoti architettonici” e in determinati contesti sappiamo come lo spazio non sia solo un valore economico. Esistono altre relazioni capaci di studiare la percezione dello spazio vitale (prossemica) considerando le differenziazioni base tra pubblico e privato e le attività in esso svolte. L’interazione tra persone, cose e tecnologie nello stesso ambiente (ergonomia) aiuta in modo “salutare” a pensare oggetti e complementi capaci di essere utilizzati in modo ottimale.

Lo stile ed il gusto di uno spazio sono i dettagli finali che contribuiscono a vivere un ambiente con le giuste sensazioni ed emozioni, adatte ad ogni persona e ad ogni luogo: un cameo del progettista, insolito e fuori dagli schemi, renderà davvero unico e personale ogni progetto d’interni.

“La casa è il vostro corpo più grande. Vive nel sole e si addormenta nella quiete della notte; e non è senza sogni” (Kahlil Gibran, Il profeta, 1923)

Paolo Tonelli

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