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Decreto sicurezza, Scajola: “Aspetti incostituzionali, pericolosi e provocatori”

Il primo cittadino del capoluogo ex titolare del Viminale si schiera contro Salvini e sull'accoglienza in provincia aggiunge: “Tutti i comuni facciano la loro parte”

riviera24 - Claudio Scajola

Imperia.  “Il presupposto della mia vita politica è quello che le leggi si osservano, ma la politica ci deve portare a governare non per i voti ma per la coesione sociale e per garantire la vera sicurezza della comunità”.

Il sindaco di Imperia Claudio Scajola, già titolare del Viminale, interviene così sulle misure volute dal ministro dell’Interno Matteo Salvini e convertite in legge dal Parlamento, con particolare riferimento a quelle che negano la possibilità di concedere la residenza ai richiedenti asilo che godono di un permesso di soggiorno.

Questa legge -prosegue Scajola – ha, per taluni versi, aspetti condivisibili ma anche risvolti che ritengo incostituzionali, pericolosi e provocatori perché inocula un germe pericolosissimo di disparità di trattamento tra persone, di cui abbiamo già avuto esperienza nella storia. Ritengo che per questi aspetti questa legge debba essere valutata dalla Corte Costituzionale”.

Penso – sottolinea il primo cittadino del capoluogo rivolgendosi al suo successore – che il dovere di chi governa un Paese e, in particolare, di un ministro dell’Interno sia quello di unire e non dividere. È questa la strada per dare garanzia di sicurezza, quella vera, ai cittadini”.

L’articolo 13 del decreto sicurezza stabilisce che il permesso di soggiorno rilasciato al richiedente asilo costituisce un documento di riconoscimento ma non basterà più per iscriversi all’anagrafe e quindi ottenere la residenza. I comuni non possono più rilasciare, quindi, a chi ha un permesso di soggiorno la carta d’identità e i servizi, come l’iscrizione al Servizio sanitario nazionale o ai Centri per l’impiego. Negando la residenza si limiterebbe l’esercizio della partecipazione alle formazioni sociali, condizionando la libertà di movimento e facendo venire meno il diritto alla salute incidendo sull’inviolabilità del domicilio.

Scajola fa, infine,  scivolare il discorso su Imperia: “Nel caso specifico del mio comune ritengo che debbano essere fatti correttivi urgenti, poiché il peso sulla città di Imperia è eccessivo. Sono 500 i richiedenti asilo a fronte di città vicine che non ne hanno nessuno o ben pochi. L’accoglienza deve essere sopportata in proporzione alla popolazione. A Imperia abbiamo testato una esperienza di inclusione utilizzando con esito positivo richiedenti asilo in lavori socialmente utili. Non permettiamo e non permetteremo, però, a nessuno alcuna forma di accattonaggio”.

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