Cultura

Sanremo, i musei di Palazzo Nota e Villa Luca gratis il primo sabato del mese

Si potrà scoprire il patrimonio storico-artistico della città senza pagare il biglietto così come dal 2014 accade in tanti altri siti italiani

Ospedaletti - Loanesi, i goal

Nell’anno nuovo cittadini e turisti potranno scoprire il ricco patrimonio storico-artistico di Sanremo gratuitamente.

Così come dal 2014 accade in tanti musei, scavi archeologici, parchi e giardini monumentali d’Italia la prima domenica di ogni mese, si potranno visitare anche il Museo Civico a Palazzo Nota e quello di Villa Luca a Coldirodi senza pagare il biglietto d’ingresso. Le porte si apriranno liberamente il primo sabato di ogni mese.

Come ha spiegato l’assessore alla Cultura Eugenio Nocita, «a causa del personale ridotto non possiamo proporre l’iniziativa di domenica, giorno in cui sia Palazzo Nota che Villa Luca sono chiusi. Il sabato ci è sembrato un giusto compromesso per far conoscere i nostri tesori culturali e incrementare il numero dei visitatori».

Al riguardo, a livello nazionale le “Domeniche al museo” in quattro anni hanno coinvolto oltre 10 milioni di persone determinando un incremento nel numero di presenze per tutti quei siti culturali di proprietà dello Stato i cui direttori hanno sposato l’iniziativa. La crescita non è avvenuta solo per le domeniche in cui l’ingresso era gratuito. Anche gli incassi degli altri giorni della settimana hanno infatti registrato un segno più, con un guadagno complessivo passato dai 126 milioni e 417 mila euro ai 193 milioni e 915 mila euro (+53%).

«Queste aperture – continua l’assessore Nocita – possono rappresentare una buona opportunità per la città, le cui ricchezze culturali molto spesso passano in secondo piano. Sanremo non è solo una località balneare. A Sanremo ci sono realtà piene di arte e di storia che meritano di essere valorizzate».

Quali, appunto, l’edificio seicentesco intitolato al funzionario sabaudo e commediografo Alberto Nota ed ex sede del Comune, nelle cui sale si possono ammirare oltre 25000 reperti archeologici e 700 opere d’arte, tra antichi cimeli d’epoca garibaldina, volumi appartenuti a Caroline Phillipson e poi affreschi, ricami, quadri e anche opere e disegni dell’illustre concittadino Antonio Rubino.

Senza dimenticare la dimora tardo ottocentesca appartenuta alla famiglia di Luca Cassini, nei cui locali si trovano esposti i beni di una delle più antiche collezioni pubbliche della Liguria. Quindi, centinaia di opere pittoriche, incunaboli, cinquecentine, rari manoscritti oltreché il prezioso epistolario del padre Paolo Stefano Rambaldi con scrittori e figure significative del risorgimento italiano, come Silvio Pellico, Vincenzo Gioberti e Alessandro Manzoni.

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