In ottava posizione

Le strade dell’Imperiese tra le più pericolose d’Italia: 1.050 incidenti nel 2017

Lo scorso anno si sono verificati 5,07 incidenti ogni 1.000 mezzi circolanti causando 11 morti e 1.337 feriti

riviera24 - incidente bussana ottobre 2018

Imperia. Le strade della Liguria sono le più pericolose d’Italia. Qui si concentra il maggior numero di curve e dislivelli del territorio nazionale e insieme la più alta densità di veicoli coinvolti in incidenti, anche mortali. Nessuna provincia è esente. Da Genova, che si colloca sul gradino più alto del podio, a Imperia, in ottava posizione a pari merito con Firenze. Un quadro a dir poco “sinistro”, che emerge dall’indagine condotta dal quotidiano “Il Sole 24 Ore” elaborando i dati Istat sugli incidenti verificatisi nel 2017 sulla rete stradale.

In particolare, lo studio ha portato alla realizzazione di una mappa provinciale che misura il numero di vetture coinvolte in un incidente ogni 1000 veicoli circolanti. Per quanto riguarda la Liguria, nella mappa appare completamente “rossa”, al pari dell’Emilia Romagna e della Toscana. Il colore, che non è politico, è indice della difficoltà di guida sulle nostre strade. Basti pensare che a livello nazionale è proprio nel capoluogo che si registra il record negativo, con 7,6 incidenti ogni 1.000 veicoli circolanti (a due o quattro ruote) per un totale di 5.246 sinistri che hanno causato 41 morti e 6.594 feriti. Maglia nera anche a Savona, in terza posizione dopo Milano con una media di 6,6 incidenti (sinistri 1.504; morti 26; feriti 1.936)

Nella top dieci, purtroppo, troviamo anche Imperia, per la quale l’Istituto di statistica riporta che lo scorso anno si sono verificati 5,07 incidenti ogni 1.000 mezzi circolanti per un totale di 1.050 sinistri che hanno causato 11 morti e 1.337 feriti. 4,79 è invece il rapporto registrato in provincia di La Spezia (sinistri 880; morti 9; feriti 1.215).

Come si legge nel rapporto Istat, gli incidenti si devono nella maggior parte dei casi a «comportamenti errati», tra i quali, «la distrazione alla guida, il mancato rispetto della precedenza e la velocità troppo elevata (nel complesso il 40,8% dei casi)». Infatti, «le violazioni al Codice della Strada più sanzionate risultano l’eccesso di velocità, il mancato utilizzo di dispositivi di sicurezza e l’uso di telefono cellulare alla guida».

In generale, tuttavia, il quadro è in lieve miglioramento rispetto agli anni passati. A livello nazionale, l’indagine riporta che  «Nel 2017 sono stati 174.933 gli incidenti stradali con lesioni a persone in Italia, in leggero calo rispetto al 2016, con 3.378 vittime (morti entro 30 giorni dall’evento) e 246.750 feriti. Il numero dei morti torna a crescere rispetto al 2016 (+95 unità, pari a +2,9%) dopo la riduzione registrata lo scorso anno. Tra le vittime sono in aumento i pedoni (600, +5,3%) e soprattutto i motociclisti (735, +11,9%) mentre risultano pressoché stabili gli automobilisti deceduti (1.464, -0,4%); in calo ciclomotoristi (92, -20,7%) e ciclisti (254, -7,6%).

Rispetto all’anno precedente gli incidenti e i feriti registrano una lieve diminuzione (-0,5% e -1,0%). Stabile il numero dei feriti gravi: sulla base dei dati di dimissione ospedaliera nel 2017 sono stati 17.309, valore pressoché analogo a quello del 2016 (-0,1%). Il rapporto tra feriti gravi e deceduti è sceso a 5,1 da 5,3 dell’anno precedente. Il tasso di lesività grave sulla popolazione residente è di 28,6 feriti gravi per 100mila abitanti (40,1 per gli uomini e 17,7 per le donne).

Sull’aumento del numero di morti in Italia incide soprattutto quello registrato su autostrade (comprensive di tangenziali e raccordi autostradali) e strade extraurbane (296 e 1.615 morti; +8,0% e +4,5% sull’anno precedente). Un aumento più contenuto si registra, invece, sulle strade urbane (1.467 morti; +0,3%). Nei grandi Comuni si rileva una tendenza opposta, con una diminuzione del 5,8% del numero di vittime nell’abitato».

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