Dissesto idrogeologico

L’Imperiese tra i territori italiani a più alto rischio per frane e alluvioni

Nei centri urbani sviluppatisi in prossimità dei fiumi e dei corsi d'acqua minori. Dati Ispra

frana suseneo

Provincia. L’Imperiese è un territorio fragile, esposto a un elevato rischio idrogeologico che, soprattutto nei centri urbani sviluppatisi in prossimità dei fiumi e dei corsi d’acqua minori, si manifesta puntualmente arrecando danni ingenti e provocando, purtroppo, anche la perdita di vite umane. Un grado di pericolosità per frane e alluvioni medio-alto tracciato dalle mosaicature che compaiono nel Rapporto sul dissesto idrogeologico in Italia – 2018 presentato dall’Istituto per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra).

Secondo lo studio la provincia di Imperia insieme al resto della Liguria presenta una delle maggiori percentuali di territorio italiano classificato a rischio idrogeologico, in particolare a pericolosità da frana elevata e molto elevata (Pai – Piani di assetto idrogeologico).

Nel dettaglio, su una superficie totale di 1.155 km2, il 9,4% (109,0 km2) del territorio Imperiese è soggetto a intensi fenomeni franosi (P4+P3); 369 km2 è invece l’area mappata nelle classi a rischio frane moderata e 583 km2 media. A livello regionale, il rischio maggiore si registra nel Genovesato, dove il 24,9% del territorio è classificato tra le “Aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata” (P4+P3). Seguono lo Spezzino (8,6%) e il Savonese (7,1). A livello complessivo, su un’area di 5.416 km2, 101,5 km2 è la superficie della Liguria a pericolosità molto elevata, 650,5 km2 elevata; 1.444,8 km2 media; 949,7 km2 moderata. 58,1% è a sua volta la percentuale delle “Aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata”: dieci punti percentuale in più rispetto al 2015 quando il rischio di fenomeni franosi interessava 3.138 km2 del territorio.

Quanto alla pericolosità idraulica, quindi il rischio di forti alluvioni, sulla base delle Mosaicatura dell’Ispra nell’Imperiese questa interessa a livello elevato l’,1% del territorio (12,5 km2), medio l’1,5% (16,8 km2) e basso l’1,8% (20,3 km2). Valori non dissimili sono stati registrati anche nelle restanti province ligure a eccezione dello Spezzino: Genova, rispettivamente, 1,5%, 2,0%, 2,5%; Savona, 1,7%, 2,4%, 3,5%; La Spezia, 5,0%, 7,2%, 7,9%. Nel complesso, la Liguria, su una superficie totale di 5.416 km2 presenta un’area a pericolosità idraulica elevata per111,5 km2 (2,1%); media per 153,5 km2 (2,8%); bassa 188,9 km2 (3,5%).

Tutti i dati, come si legge nel rapporto Ispra, «costituiscono un importante contributo alla conoscenza del territorio e dei fenomeni di dissesto idrogeologico, in termini di distribuzione e di pericolosità, rappresentando il punto di partenza per pianificare e programmare adeguate politiche di mitigazione del rischio nel Paese.Un utile strumento per la programmazione degli interventi strutturali di difesa del suolo e per la pianificazione di protezione civile.

Per rendersi conto di quanto sia importante questo tipo di attività occorre guardare ai numeri del dissesto idrogeologico in Italia: nel 2017 è a rischio il 91% dei comuni italiani (88% nel 2015) ed oltre 3 milioni di nuclei familiari risiedono in queste aree ad alta vulnerabilità. Aumenta la superficie potenzialmente soggetta a frane (+2,9% rispetto al 2015) e quella potenzialmente allagabile nello scenario medio (+4%); tali incrementi sono legati a un miglioramento del quadro conoscitivo effettuato dalle Autorità di Bacino Distrettuali con studi di maggior dettaglio e mappatura di nuovi fenomeni franosi o di eventi alluvionali recenti.

Complessivamente, il 16,6% del territorio nazionale è mappato nelle classi a maggiore pericolosità per frane e alluvioni (50 mila km2). Quasi il 4% degli edifici italiani (oltre 550 mila) si trova in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata e più del 9% (oltre 1 milione) in zone alluvionabili nello scenario medio. Complessivamente, sono oltre 7 milioni le persone che risiedono nei territori vulnerabili: oltre 1 milione vive in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata (PAI – Piani di Assetto Idrogeologico) e più di 6 in zone a pericolosità idraulica nello scenario medio (ovvero alluvionabili per eventi che si verificano in media ogni 100-200 anni). I valori più elevati di popolazione a rischio si trovano in Emilia-Romagna, Toscana, Campania, Lombardia, Veneto e Liguria.

Le industrie e i servizi posizionati in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata sono quasi 83 mila, con oltre 217 mila addetti esposti a rischio. Il numero maggiore di edifici a rischio si trova in Campania, Toscana, Emilia-Romagna e Lazio. Al pericolo inondazione, sempre nello scenario medio, si trovano invece esposte ben 600 mila unità locali di impresa (12,4% del totale) con oltre 2 milioni di addetti ai lavori, in particolare nelle regioni Emilia-Romagna, Toscana, Veneto, Lombardia e Liguria dove il rischio è maggiore».

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