Ricostruzione esclusiva

Chiesto il carcere per tunisino ferito a Capo Nero: la Procura indaga per tentato omicidio fotogallery

Ha cinque alias, precedenti penali e due provvedimenti di espulsione dal territorio nazionale

Imperia. Il sostituto procuratore Barbara Bresci ha richiesto la misura di custodia cautelare in carcere per il 32enne tunisino coinvolto nell’incidente di martedì scorso a Capo Nero: incidente nel quale è rimasta gravemente ferita una 22enne tedesca che ora lotta tra la vita e la morte in un letto d’ospedale del reparto di rianimazione del Santa Corona di Pietra Ligure. L’uomo è accusato di tentato omicidio. Non è escluso che alla grave accusa possa aggiungersi anche quella di tentata violenza sessuale, anche se sarà difficile raccogliere elementi a supporto di questa ipotesi.

I fatti. “Sto tornando a casa, papà, stai tranquillo”. L’ultima telefonata tra padre e figlia, entrambi in vacanza a Sanremo risale alle 4 di martedì 31 luglio. L’uomo si sveglia e si accorge che la figlia ancora non è rientrata a casa, prende il telefono e la chiama. Lei risponde, rassicurandolo: “Sto arrivando”. La troveranno i bagnini qualche ora dopo, ai piedi di una scarpata rocciosa alta oltre 70 metri. E’ seminuda, incosciente, in fin di vita. A qualche decina di metri da lei c’è un uomo: dal tatuaggio sotto l’orecchio i carabinieri al comando del capitano Ignazio Lorito capiranno che si tratta di un tunisino 32enne, da qualche anno in Italia senza regolare permesso di soggiorno. Non ha fissa dimora, ma ha cinque alias e da qualche mese gira alla Pigna di Sanremo. Gravato da numerosi precedenti di polizia, tra cui uno per droga, sull’uomo pendono anche due provvedimenti di espulsione dall’Italia, mai rispettati. L’ultimo lo ha emesso la Procura di Varese.

Il sostituto procuratore Barbara Bresci

riviera24 - Barbara Bresci

Cosa è successo tra le quattro e le quattro mezza, orario in cui un testimone dice di aver udito le urla di una ragazza sull’Aurelia a Capo Nero? Al momento non ci sono certezze. Non si sa se i due si conoscessero, ma sembra difficile visto che la ragazza era qui in vacanza e non avrebbe amici in provincia.
Stando a quanto fino ad ora ricostruito dagli inquirenti, che si sono avvalsi delle testimonianze raccolte sul posto e hanno a lungo perquisito l’area che dal belvedere digrada fino alla spiaggia di Capo Nero, l’uomo e la ragazza stavano litigando. “Lui la schiaffeggiava, la colpiva, poi l’ha tirata per i capelli e l’ha trascinata sul muretto”, ha raccontato un testimone, un inglese in vacanza a Ospedaletti, ai carabinieri, “Poi non sono più riuscito a vederla. Lei è sparita”. Caduta, con ogni probabilità, al di là del parapetto che divide il belvedere affacciato sul mare dalla scogliera ricoperta di bassa vegetazione.

Lesioni incompatibili. Lei è precipitata, ruzzolando e poi cadendo nel vuoto, per la scarpata alta tra i 70 e gli 80 metri. E’ un miracolo che sia ancora viva, anche se per le ferite riportate, tra fratture multiple e un grave trauma cranico, non può ancora dirsi fuori pericolo e resta anzi appesa tra la vita e la morte. Il 32enne, invece, se l’è cavata con qualche costola rotta ed è sempre rimasto lucido e cosciente. Ora è piantonato in ospedale, in attesa che il gip Massimiliano Rainieri convalidi la custodia cautelare in carcere richiesta dal sostituto procuratore.
 Quasi impossibile pensare che entrambi siano caduti dalla stessa altezza: la differenza tra le ferite è incommensurabile.

Manca, agli inquirenti, la testimonianza della giovane: la speranza è che possa riprendersi e raccontare quanto successo esattamente quella notte a Capo Nero.

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