L'indignazione

Quando per i diritti di alcuni si calpestano quelli di altri: ecco cosa è successo ieri a Ventimiglia

La richiesta del vicepresidente della Regione Liguria Sonia Viale: "Bisogna capire se sia stato commesso un reato di vilipendio dei cimiteri"

Ventimiglia. Di quello che è accaduto ieri a Ventimiglia, in città oggi resta solo una cosa: l’indignazione. Se i ventimigliesi hanno sopportato, seppur a fatica, una città “blindata” per consentire la presenza di oltre 4mila manifestanti venuti da tutta Italia e non solo, in molti non sono riusciti a tacere per quanto successo al cimitero di Roverino, dove decine di attivisti (non tutti, ovviamente), sono entrati per rinfrescarsi. Bibite e birre in mano, seduti davanti alla camera ardente con due bare ricoperte di fiori freschi, i no borders hanno sostato all’ombra prima di mettersi in cammino, chiedendo i diritti per i “fratelli migranti”.

Passino i negozi vuoti e le lamentele (giustificate) dei commercianti che, a causa delle strade bloccate, in un giorno cruciale per il commercio, non hanno fatto affari. A dare davvero fastidio, ai cittadini, è stata la mancanza di rispetto per i defunti. Quanto accaduto non è passato inosservato anche ad esponenti del mondo politico, come la vicepresidente della Regione Liguria Sonia Viale che ha chiesto che venga fatta chiarezza sull’episodio, ipotizzando un reato di vilipendio dei cimiteri. 

Sonia Viale (Lega), in diretta sulla propria pagina Facebook ha infatti detto: “Sono qui a Ventimiglia il giorno dopo la manifestazione che si è svolta ieri, la manifestazione dei no borders che chiedevano di aprire i confini in solidarietà con i migranti. Devo dire che il ministro dell’Interno Salvini ha garantito la libertà di manifestare: un principio costituzionale, rivelandosi quindi uno dei difensori della nostra carta costituzionale. Ma questa manifestazione si è svolta, secondo me, violando uno dei principi di civiltà, quello a cui loro inneggiano. Perché durante la manifestazione sono entrati nel cimitero”.

E ancora: “E’ il cimitero di Ventimiglia: molti dei miei cari sono seppelliti qui. Sono entrati, ho le foto, per prendere refrigerio, per bere alle fontane, si sono seduti, si sono stravaccati sulle pietre, sui marmi, sui gradini. C’è da capire anche se non è stato commesso un reato di vilipendio dei cimiteri: io spero che si faccia anche una verifica su quello che è accaduto. E mi domando come delle persone che inneggiano alla civiltà, poi su quello che è uno dei principi fondanti della nostra civiltà, il rispetto dei defunti, abbiano fatto una cosa di questa natura. Sono indignata, mi vergogno di quello che è accaduto. E devo dire che se da un lato il ministro dell’Interno ha garantito la manifestazione, dov’era il sindaco? Perché entrare in un cimitero è una cosa che dipende ed è una responsabilità del sindaco Ioculano vedere e verificare che queste cose non si commettano. Invece di andare a piagnucolare in giro chiedendo aiuto, sostegno e solidarietà (ne ha avuta tanta anche da leghisti), beh forse deve far bene e meglio il suo lavoro perché qualcosa si poteva fare per rispettare i ventimigliesi, per in qualche modo anche far sì che i principi salienti della nostra civiltà non venissero violati. Spero e mi auguro che il sindaco faccia chiarezza su quanto successo ieri, perché queste cose non devono più accadere: troppo spesso questo cimitero viene violato”.

Anche la grillina Silvia Malivindi, consigliere comunale di opposizione, ha voluto esternare il proprio pensiero: “Alcuni partecipanti alla manifestazione di ieri sono entrati nel cimitero di Ventimiglia, luogo di raccoglimento e cordoglio di coloro che hanno perso i propri cari”, ha detto, “C’è un confine che non va mai superato, per nessuna causa, meritevole o meno, e non è un confine di stato: è il confine che sancisce il rispetto degli esseri umani, vivi o morti, in mare come a Ventimiglia”. Un confine violato, ieri, a Ventimiglia.

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