Il documentario

“Di speranze e confini”: Dario Bosio racconta la vita dei migranti a Ventimiglia attraverso reportage

Venerdì primo giugno alle 19 Dario racconterà attraverso immagini e video il suo originale progetto che rientra nelle produzioni di DARST

Ventimiglia.  “Di speranze e confini” , progetto documentario realizzato da Dario Bosio nell’ambito di un Master in Antropologia Visuale completato alla Freie Universität di Berlino, è definito dal suo autore un’ “etnografia visuale che indaga la realtà quotidiana dei migranti africani bloccati al confine franco-italiano di Ventimiglia”.

Il reportage visuale è stato prodotto nella prima metà del 2017, mesi in cui Dario -ventimigliese di nascita ma cittadino del mondo per scelta e vocazione- ha “vissuto” tra il greto del fiume Roya e il centro di accoglienza spontanea e volontaria voluto da Don Rito Alvarez , chiuso dalla prefettura il 14 agosto dello stesso anno.

Dario, che vive attualmente a Torino dove insegna reportage allo IED – quando non si trova in missione per giornali e televisioni di tutto il mondo, tra cui BBC, Time, Internazionale- è ricordato con grande apprezzamento e simpatia da tutti i volontari di confine solidale, inclusi i migranti richiedenti asilo in Italia che continuano a frequentare la chiesa e la scuola di italiano che non ha mai cessato le sue attività.

Il “reporter visuale” infatti, come ha lui stesso spiegato nei mesi scorsi anche agli allievi di alcune scuole superiori della provincia, ha avuto un approccio di conoscenza delle persone lento, umano ed estremamente rispettoso delle condizioni di vita rudi in cui queste si sono tragicamente venute a trovare, a causa del blocco delle frontiere voluto dalle autorità francesi.

Niente giornalismo d’assalto, le immagini sono scaturite dall’obbiettivo fotografico solo con il consenso delle persone dopo giorni e giorni di un graduale processo di conoscenza e all’intervento attivo delle stesse persone ritratte, che hanno scritto sulle immagini il messaggio essenziale della propria odissea personale e collettiva.
“La serie di foto riflette la natura frammentata della ricerca da me condotta nella città di Ventimiglia, mentre lavoravo con numerosi giovani adulti, provenienti dall’Africa sub sahariana, alla creazione di una narrazione visuale che avrebbe indagato il modo in cui il confine sia percepito da coloro che sono più direttamente toccati dalla sua esistenza. Attraverso la giustapposizione, la ripetizione ed il montaggio ho puntato a creare una narrativa visuale che potesse invitare l’osservatore a interrogare le immagini e a relazionarsi con esse in modo attivo, muovendo oltre il loro consumo passivo [..]”.

Venerdì primo giugno alle 19 Dario racconterà in una informale conversazione, attraverso immagini e video, il suo originale progetto, che rientra nelle produzioni di DARST, laboratorio di ricerca e realizzazione di progetti documentari, di cui è co-fondatore e direttore artistico.

A seguire, verso le 20, Barbara, volontaria storica di Confine solidale, proporrà ai presenti il suo stuzzicante “aperitivo con la Venere”, che sarà una consuetudine del venerdì, fino al 20 giugno, quando la Venere di Pistoletto lascerà Ventimiglia per trasferirsi a Bolzano.

La mostra -installazione La bellezza alle Gianchette – la Venere degli Stracci sarà aperta fino al 20 giugno, dal venerdì alla domenica, tra le 10 e le 20.
L’evento è curato da:
Caritas diocesana di Ventimiglia-Sanremo e Ventimiglia Confine solidale.
In collaborazione con:
Cittadellarte Fondazione Pistoletto, Dipartimento Educazione Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Associazione Pigna Mon Amour di Sanremo e spazio5 Bolzano.

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