La polemica

Imperia, Casa Pound alla Biblioteca Lagorio: la protesta dell’Anpi Sanremo

"Ancora una volta ci chiediamo come l'amministrazione di questa città appaia sempre così confusa e arrendevole di fronte a chi è orgoglioso della propria discendenza dal fascismo", dichiara l'Anpi

Riviera 24 - Biblioteca Lagorio

Imperia. Anpi Sanremo scrive per protestare contro la presenza di Casa Pound alla Biblioteca Lagorio di Imperia per parlare di fascismo, subito dopo un evento sui partigiani e la resistenza:

Venerdì 13 aprile a Imperia si avrà l’evidente dimostrazione della schizofrenica concezione della cultura (per essere benevoli!) che vige nella città di Imperia, o, meglio, nell’ambito dell’assessorato alla cultura e della dirigenza della Biblioteca civica Lagorio. Nello stesso giorno ci saranno due eventi talmente stridenti tra loro che sembrano una voluta irrisione alla storia della città che, ricordiamo sempre, fu insignita di medaglia d’oro al valor militare per l’attività partigiana, consegnata alla provincia dal Presidente della Repubblica Sandro Pertini il 16 novembre 1980.

Alle ore 17 ci sarà la presentazione del libro di Giovanni Gandolfo “Racconti davanti al focolare”, una raccolta di episodi “minori” della guerra di liberazione nel ponente ligure, a cura dell’istituto storico di Imperia con la partecipazione dello stesso presidente Giovanni Rainisio e di giovani a cui tali racconti sono rivolti, in occasione del 70° della nostra Costituzione. Tutto bene, quindi, se non fosse che alle 21.15 la stessa Biblioteca civica ospiterà un convegno organizzato da CasaPound Italia su “Le ragioni dell’uscita dall’Euro”. con la partecipazione di Andrea Lombardi, candidato al Senato per CPI alle recenti politiche, e Marco Mori, avvocato costituzionalista.

Ancora una volta Casa Pound Italia si fa gioco della debolezza politica di una amministrazione che ostenta sul gonfalone una medaglia che i suoi giovani partigiani hanno guadagnato col loro sacrificio, mettendo a disposizione un luogo civico e culturale a chi, per bocca del suo candidato premier Simone Di Stefano, rivendica le radici fasciste del movimento e la discendenza diretta dal Movimento Sociale e dai reduci della Repubblica Sociale: “Il fascismo è la nostra storia, veniamo da lì”; di fronte a tali affermazioni, fermo restando il diritto assoluto di casa Pound di dissertare come far uscire l’Italia dall’euro, ma in casa propria, non in una sede civica, ancora una volta ci chiediamo come l’amministrazione di questa città appaia sempre così confusa e arrendevole di fronte a chi è orgoglioso della propria discendenza dal fascismo. Infine, da adulti, chiediamoci che confusione “culturale” questo appiattimento sullo stesso piano della resistenza e dei discendenti dal fascismo, può provocare nei giovani a cui vogliamo trasmettere una coscienza civica. Poi non chiediamoci troppi perché se siamo noi i primi a non avere coerenza e rispetto per la verità”. 

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