L'intervento

Elezioni, il vescovo Suetta “Il Signore susciti buoni politici, che abbiano davvero a cuore la famiglia”

Il presule: "Negli ultimi anni abbiamo subìto scelte politiche penalizzanti per la famiglia"

antonino suetta

Sanremo. Si avvicina il 4 marzo, il giorno delle elezioni politiche. In piena campagna elettorale offre spunti di riflessione anche il vescovo Antonino Suetta che, di recente, ha partecipato alla presentazione dei candidati del “Popolo della Famiglia” a Ventimiglia.

Come pastore della Diocesi di Ventimiglia e Sanremo ha proposto alcuni spunti per la riflessione “personale circa questo alto e importante momento della vita democratica del nostro Paese”.

E il presule spiega come “dinanzi alle dilaganti notizie di corruzione e malaffare la prima tentazione è quella di fuggire dalla politica, rifugiandosi nell’astensionismo. Questa, talvolta, è la scelta dei più giovani, che non amano entrare nelle beghe contorte dei partiti, nelle logiche di correnti o di promesse dell’ultima ora e tecnicismi vari. Spesso è anche la scelta di chi intende esprimere così una forma di protesta. A costoro ricordo che il voto è un diritto, ma è anche un dovere: esso esprime la nostra partecipazione alla cosa pubblica, è il nostro contributo al buon governo di ciò che abbiamo in comune. Non possiamo pertanto fuggire dinanzi al voto. Siamo invece chiamati a esprimere la nostra volontà, alla luce dei valori in cui crediamo, perché nulla ci è estraneo di quanto accade nel mondo”.

Il vescovo si pone anche delle domande. “In che modo, dunque, possiamo orientarci nel voto? E cosa chiedere a chi ci rappresenterà in Parlamento, che è la sede delle grandi decisioni prese proprio ‘in nome del popolo italiano’? Mi sembra chiaro che la prima cosa da chiedere è che rappresentino davvero in modo più fedele possibile quella visione della persona umana, della famiglia, della società in cui crediamo secondo i fondamenti della fede. È questo il vero “voto utile” che dovremmo esprimere; altre questioni (economia, rapporti internazionali e assetti sociali), per quanto preziose, spesso non fanno la differenza. Occorre pertanto chiedere a chi andrà in Parlamento per nostro conto che si faccia fedele interprete dei valori fondamentali e “non negoziabili””.

Altro spunto di riflessione: “Purtroppo, negli ultimi anni abbiamo subìto scelte politiche penalizzanti per la famiglia, per la vita umana nel suo nascere e nella sua fine naturale, per i giovani, per i più bisognosi. Nel nostro Paese è cresciuto il divario tra chi è ricco e chi invece vive con poco, sono aumentati i poveri.
Alla politica dunque dobbiamo chiedere che tuteli, sostenga, promuova e protegga, la famiglia, la nascita di nuove vite umane, la cura per gli ammalati e per i più bisognosi. Per questo, occorre scegliere con lucido discernimento persone e gruppi politici in grado di portare avanti queste istanze, rimettendo al centro la persona umana. I cristiani possono e devono dare un segno di novità e discontinuità rispetto al passato, ad una visione politica incentrata solo sull’economia, sulla massimizzazione del profitto e sull’andamento dei mercati. Papa Francesco, in un discorso pubblico, ha affermato: “Occorre rilanciare i diritti della buona politica, la sua indipendenza, la sua idoneità specifica a servire il bene pubblico, ad agire in modo da diminuire le disuguaglianze, a promuovere con misure concrete il bene delle famiglie, a fornire una solida cornice di diritti–doveri – bilanciare tutti e due – e a renderli effettivi per tutti. Il popolo, che si riconosce in un ethos e in una cultura propria, si attende dalla buona politica la difesa e lo sviluppo armonico di questo patrimonio e delle sue migliori potenzialità” (discorso a Cesena,1° ottobre 2017). Il Signore susciti buoni politici, che abbiano davvero a cuore la famiglia, il popolo e il bene dei poveri, e doni a noi cristiani la forza della testimonianza e del coraggio anche nelle scelte elettorali”.

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