La ricorrenza

Sanremo, per la Giornata della Memoria una cerimonia presso la lapide di corso Mombello

Le parole di Francesca Viale, nipote di Gerolamo e Stefano Merlo

Sanremo. Ricorre oggi, 27 gennaio, la Giornata della Memoria 2018 e gli ottant’anni dalla promulgazione delle Leggi Razziali del 1938.
A Sanremo la ricorrenza è stata onorata questa mattina alle 10 con una semplice, ma sentita, cerimonia presso la lapide dedicata agli Internati Militari Italiani posta nei giardini di corso Mombello.

Hanno presenziato la l’assessore Costanza Pireri, in rappresentanza dell’amministrazione comunale, il dottor Ottolenghi, che ha portato una testimonianza diretta di un episodio della sua vita, l’ANPI – sezione di Sanremo, l’associazione nazionale Alpini sezione di Imperia, l’associazione nazionale Combattenti e Reduci sezione di Sanremo, rappresentanti della Capitaneria di Porto e dell’Arma dei Carabinieri.

L’appuntamento annuale è tradizionalmente presso la parte bassa dei giardini di corso Mombello, dove dal 2012 è collocata una lapide in ardesia dedicata agli IMI (Internati Militari Italiani) che in quel drammatico 8 settembre 1943 rifiutarono di unirsi ai nazisti e per questo furono deportati nei campi di concentramento. La Lapide è stata collocata 6 anni fa accanto alla già esistente statua di Renzo Orvieto dedicata ai Caduti di Cefalonia e Corfu.

Io sono la nipote del promotore della Lapide, Gerolamo Merlo, che l’ha fortemente voluta e chiesta per molti anni per poter dare un ricordo perpetuo a tutti coloro che hanno perso la vita in questa vicenda ed in particolare a suo fratello Stefano Merlo, arrestato a Spalato nel 1943 dove era arruolato, deportato nel piccolo campo di sterminio di Fullen, nella Germania Occidentale (Renania Westfalia) e dove morì di chissà quali, a noi inimmaginabili, stenti e fatiche il 18 gennaio 1945, una settimana prima della liberazione di Auschwitz, a soli 24 anni d’età. Lo attendevano a Sanremo la sua famiglia, mio nonno, la sua fidanzata Costanza, divenuta poi mia nonna. Ne conobbero il destino solo molto tempo dopo e i resti sono giunti qualche anno fa dalla Germania, in una piccola cassetta di metallo su cui è inciso “Caporale Merlo Stefano” e che riposa presso la nostra tomba di famiglia.

Come ha detto oggi il dottor Ottolenghi, è l’indifferenza che ha permesso questo dramma e che dobbiamo evitare che si ripeta oggi, verso i drammi del nostro secolo, mantenendo vivo il ricordo, promulgando la conoscenza, trasmettendo il valore del rispetto alle generazioni future.

Ringrazio i presenti di oggi, le associazioni, l’amministrazione comunale e tutti coloro che si sono adoperati alla realizzazione dell’appuntamento annuale. Confido in un perpetuo impegno dell’amministrazione comunale, auspico una maggiore partecipazione diretta della popolazione cittadina e delle scuole, perché solo seminando nei giovani ci si potrà assicurare il mantenimento del ricordo di queste vicende, l’impedire che si ripetano e la diffusione del rispetto.

Francesca Viale, nipote di Gerolamo e Stefano Merlo

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