A tu per tu con il terrorista

“Sembrava tranquillo”: il racconto di un bordigotto che conosceva l’ex legionario musulmano arrestato a Mentone

La testimonianza: "Girava sempre armato, ma non avrei mai pensato una cosa del genere"

Frédéric Renet

Mentone. “Sapevamo che era musulmano e ci sembrava un tipo un po’ strano, ma non avremmo mai pensato ad un terrorista”. E’ attonito Luca G., 23enne di Bordighera, che quando ha saputo che tra gli arrestati a Mentone c’era pure Frédéric Renet quasi stentava a crederci. Un insospettabile, “un uomo tranquillo”, lo definisce il giovane bordigotto che si recava spesso a Mentone per praticare canottaggio insieme agli amici e qui ha conosciuto il 65enne.
“Ci aveva raccontato di essere nato a Dunkerque, di aver lavorato in mare e di essere anche stato nella legione straniera”, ricorda il bordigotto, “Si era avvicinato a noi proprio per la passione in comune per il mare. Noi però abbiamo sempre tenuto un po’ le distanze da lui, sia per la grande differenza di età, sia perché sembrava un tipo un po’ strano anche se molto tranquillo”.

Qualche sospetto che dietro all’apparente tranquillità l’uomo celasse un temperamento diverso, i giovani lo avevano avuto: “Non abbiamo mai capito perché avesse sempre con sé coltelli o armi da taglio. Anche quando faceva canottaggio: si legava i coltelli alle gambe”.

Frédéric Renet, ex legionario, è il più anziano della cellula di cinque presunti terroristi, pronti a colpire la Costa Azzurra, sgominata a Mentone dalla police. Un ex militare convertito all’Islam radicale che amava le armi e che viaggiava sempre con il coltello alla caviglia.
Un uomo solitario che si manteneva in forze praticando sport e che cercava l’amicizia dei più giovani: “Ci aveva chiesto anche di andare con lui, dicendo di avere delle campagne sopra Mentone”, aggiunge Luca, “Noi non lo abbiamo mai seguito”. Ora, alla luce dell’operazione di polizia che ha sgominato una cellula di presunti jihadisti, i giovani che lo hanno conosciuto si chiedono cosa volesse davvero quell’uomo, adulto, da loro: cercava proseliti?

“Avevamo anche l’amicizia su Facebook”, racconta Luca, “Ma visto che pubblicava contenuti osé o foto di lui che pregava e altre cose sull’islam, oltre al fatto che mi inviava messaggi privati, ho deciso di cancellarlo dai miei amici. Ho poi scoperto che aveva cancellato completamente il suo primo profilo e circa un mese fa ne aveva creato un altro”.

“Abbiamo anche mangiato insieme l’ultima volta che ci siamo visti”, conclude Luca, “Avevo cucinato pasta al ragù e lui aveva chiesto una porzione senza sugo, perché non poteva mangiare il maiale essendo musulmano”.
Il 23enne ha voluto dare la sua testimonianza con uno scopo preciso: “Bisogna stare davvero attenti a queste persone, a chi si avvicina all’Islam radicale e sembra essere una persona tranquilla, che però poi si rivela un terrorista pronto ad ucciderti”.

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