Monumento simbolo

Sanremo, “E’ una fontana non una discarica”: avviso agli incivili che usano l’obelisco di piazza Bresca come una pattumiera

La storia, secondo quando testimoniano diversi commercianti della zona, va avanti da anni

Sanremo. Gli incivili non hanno pudore e i residenti si ribellano. Accade nella centralissima e pittoresca piazza Bresca, dove qualcuno ha affisso un esplicito cartello sull’obelisco-fontana che sorge al centro. “E’ una fontana non una discarica” recita l’avviso. La storia, secondo quando testimoniano diversi commercianti della zona, va avanti da anni e la scritta è rivolta a chi, da vero zozzone, usa come una pattumiera la vasca che circonda uno dei monumenti simbolo della Citta dei Fiori.

L’opera è stata posizionata in ricordo dei fatti di Roma del 1586, quando – secondo quanto scritto su wikipedia – papa Sisto V, volendo abbellire piazza San Peitro ordinò che vi fosse innalzato il grande obelisco che tuttora vi si ammira, ma che a quel tempo si trovava dietro la Basilica Vaticana. L’obelisco era posto ad una estremità del Circo di Nerone, per volere di Caligola trasportato a Roma da Eliopoli, dove si trovava nel Forum Iulii. Il 10 settembre 1586 l’obelisco doveva essere innalzato e, visti i pericoli inerenti al lavoro, fu diramato l’ordine agli operai e alla folla di non fiatare. Per chi avesse lanciato il minimo grido c’era la pena di morte e all’uopo c’erano già sul luogo la forca ed il boia.

L’obelisco era quasi a posto quando si videro le funi surriscaldarsi pericolosamente, con il rischio che prendessero fuoco. Il monolito sarebbe caduto rovinosamente a terra. Allora nel gran silenzio si levò una voce temeraria a gridare: Daghe l’aiga ae corde! (espressione ligure-ponentina per “Acqua alle funi!”).
Il consiglio fu seguito subito dagli architetti con ottimo risultato. A sventare il pericolo era stato il capitano Benedetto Bresca, marinaio ligure, che sapeva bene che le corde di canapa si scaldano per la frizione degli argani e inoltre si accorciano quando vengono bagnate.

Bresca fu subito arrestato, ma Sisto V come ricompensa invece della punizione gli diede larghi privilegi, una lauta pensione e il diritto di issare la bandiera pontificia sul suo bastimento. Inoltre Bresca avrebbe chiesto ed ottenuto il privilegio, per sé e per i suoi discendenti, di fornire alla Chiesa di San Pietro le palme per la Settimana Santa.

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