L’intervista

Sanremo, il giovane Matthias Cravedi: “Il volontariato? Una scuola di vita da affiancare allo studio”

A soli 21 anni ne conta già 8 come volontario attivo della protezione civile

Matthias Cravedi

Sanremo. Matthias Cravedi è un giovane sanremese che a soli 21 anni ne conta già 8 come volontario attivo della protezione civile, attività che svolge in contemporanea agli studi e oggi R24Young racconta la sua esperienza.

Matthias, da quanto fai parte della protezione civile?

Il mio percorso è iniziato nel 2009 quando avevo 13 anni come “volpino”, ovvero sono entrato a far parte di piccolo gruppo composto da giovani volontari. A 16 anni è iniziata la mia avventura nel mondo dei “grandi” della protezione civile, dopo aver fatto diversi corsi sono infatti diventato un volontario a tutti gli effetti.

Quali sono le cose positive e negative di quest’esperienza?

E’ un’attività impegnativa, che richiede molti sacrifici poiché gli orari di servizio sono pesanti e la disponibilità deve essere massima anche fuori turno, nel caso si verificassero delle urgenze. Non è un lavoro retribuito economicamente, ma il ritorno personale è altissimo: vedere il risultato alla fine di tanto impegno è sicuramente appagante. Questo l’ho capito durante l’alluvione avvenuta a Genova nel 2014, quando mi sono trovato di fronte alla distruzione completa, la realtà che si poneva davanti a noi infatti era spaventosa, e nonostante lo sconforto iniziale dopo tanto lavoro vedere le cose migliorare è stata una soddisfazione immensa.  Personalmente considero il volontariato nella protezione civile come una scuola di vita che non ti insegna solo la pratica ma anche a stare con le persone, a venire a contatto con diverse realtà della nostra provincia e non solo.

Secondo te, cosa si dovrebbe fare per avvicinare i ragazzi al volontariato?

Purtroppo è un mondo più di adulti che di ragazzi, sarebbe bello avvicinarsi ai giovani, l’ideale sarebbe farsi conoscere di più attraverso delle attività proposte anche nelle scuole ma allo stesso tempo devono essere anche i ragazzi i primi a buttarsi, lasciando da parte la vergogna e la superficialità e andare e provare. Fare parte della protezione civile permette anche di crearsi un buon gruppo di amici con i quali condividere avventure importanti e imparare nuove cose, infatti all’interno del gruppo c’è un ruolo adatto per tutti, a seconda degli interessi e delle capacità.

 

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