Braccio di ferro

Pronti visti temporanei per i migranti in Italia? Al vaglio l'”opzione nucleare” del governo contro l’egoismo della UE

L'Unione Europea ha troppe morti sulla coscienza, vedi l'ultima di 4 giorni fa a Latte dove ora ci sono dei fiori a ricordare il 23enne migrante del Gambia

Ventimiglia. Sono passati ormai quattro giorni dalla morte del giovane migrante 23enne del Gambia che si è tolto la vita gettandosi sotto ad un’autobetoniera a Latte. Il giovane, regolare in Italia, il giorno stesso era stato fermato dai francesi a Marsiglia e riammesso in Italia. Poi chissà cosa è successo nella sua testa e il giovane migrante senza pensarci su ha deciso di farla finita, di terminare il suo viaggio facendosi uccidere da un camion in un pomeriggio d’estate.

Sul luogo della tragedia, qualcuno ha portato dei fiori, un modo per dare un po’ di dignità a questa persona che ha voluto cercare la morte come unica soluzione. Questa ennesima morte sulle strade che portano al confine è figlia dell’egoismo dell’Europa che ha lasciato nelle sole mani dell’Italia questa enorme crisi umanitaria e sociale.

Proprio a riguardo, per evitare queste morti inutili ma soprattutto per alleggerire l’Italia dal peso di migliaia e migliaia di migranti, pare che il governo italiano per alleviare la pressione sulle strutture nazionali di accoglienza potrebbe consegnare dei visti temporanei ai migranti presenti nel nostro paese. Questa indiscrezione viene riportata da due importanti quotidiani d’oltre Manica, il Times e il Daily Mail e se fosse confermato sarebbe possibile, per i migranti, raggiungere senza alcun problema gli altri paesi dell’Unione Europea.

Un'”opzione nucleare” contro i mancati aiuti della UE all’Italia nel fronteggiare l’emergenza profughi. Ciò significherebbe anche una netta diminuzione delle morti di migranti sulle strade che portano al confine con la Francia, un argomento ormai tristemente noto alle cronache locali e non solo.

Un po’ come avvenne nel 2011 quando l’Italia fu presa d’assalto dai tunisini fuggiti dal loro paese durante le “Primavere Arabe”.

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