Il personaggio

Da Kevin Costner a Francesco De Gregori, il sanremese Maurizio Degni racconta la sua vita da bodyguard

"Sono stato addetto all'assistenza e driver security di molti volti noti, per ciascuno serbo ricordi e aneddoti che mi hanno permesso di scoprire l’uomo oltreché l’artista"

Sanremo. Chi non ricorda “The bodyguard”, la celebre pellicola del 1992 dove la compianta Whitney Houston cadeva fra le braccia della sua guardia del corpo, l’irresistibile Kevin Costner? Un kolossal indimenticato a metà fra la storia d’amore e il thriller che ha ispirato la vita di molti, ovvero di coloro che hanno fatto della loro attitudine a proteggere gli altri una professione. Come Maurizio Degni, milanese di origine ma sanremese di adozione, che, per altro, il bodyguard di Kevin Costner lo ha fatto sul serio.

Ho intrapreso questo mestiere quasi per gioco – racconta Degni –. Erano gli anni Novanta e gestivo un bar a Milano che si trovava nei pressi di Radio Deejay. Ogni giorno c’era un via vai di personaggi del mondo dello spettacolo, cantanti come Jovanotti, Fiorello e J-Ax che venivano a prendere il caffè prima delle registrazioni. Un periodo d’oro che all’inizio degli anni Duemila mi ha spinto a lanciarmi nella professione di addetto alla sicurezza e di security driver. Con i miei fratelli, ben inseriti nel giro delle pubbliche relazioni, abbiamo iniziato a proporci come autisti dei cosiddetti vip. Li accompagnavamo agli eventi, agli spettacoli che avrebbero tenuto, anche al karaoke. Nel 2001 ho chiuso il bar e nel 2002 ho deciso di trasferirmi a Sanremo. Una città più tranquilla rispetto a Milano ma comunque vivace. Inoltre stava per aprire il Victory Morgana Bay e i proprietari, la Lella e Gualtiero Maragni con la co-titolare Daria Brolis, avevano bisogno di un addetto alla sicurezza e all’accoglienza”.

Maurizio prende così residenza nella città dei fiori e inizia a fare sul serio. Acquista un nuovo abito scuro, una scintillante limousine e fonda anche una agenzia di servizi, l’attuale Bros Service Srl. “Ho iniziato a occuparmi principalmente dei trasferimenti dei miei clienti. Nel corso degli anni ho fatto da security driver a moltissimi volti noti, italiani e non. Fra quelli internazionali senza dubbio debbo ricordare gli attori Willem Dafoe, Matt Damon e Kevin Costner. All’epoca ero molto giovane, forse anche acerbo, e mi lasciavo suggestionare dalla presenza di questi giganti del cinema. Tuttavia, l’emozione non ha mai tradito la mia professionalità. Ho sempre accudito i miei ospiti nel migliore dei modi, prestando loro la massima attenzione e cercando di soddisfare se non addirittura anticipare i loro bisogni”. Una pratica che “King Maury” o “Lo zio Maury” –  come lo chiamano amici e colleghi, rispettivamente, milanesi e sanremesi – ha messo a punto con straordinaria dedizione nel corso degli anni.

Mi sono pressoché specializzato nell’assistere gli artisti durante i loro tour. Ho seguito per quasi dieci anni Franco Battiato, ora sono in tour con Francesco De Gregori e nel frattempo ho prestato breve servizio a tanti altri, come Francesco Renga e l’amico di vecchia data J-Ax. Con tutti ho sempre instaurato ottimi rapporti professionali, talvolta sfociati anche in legami più confidenziali. Per ciascuno, inoltre, serbo ricordi e aneddoti particolari che mi hanno permesso di scoprire l’uomo oltreché l’artista. Ad esempio, De Gregori, un fumatore incallito, il quale subito dopo che ci presentammo mi chiese se poteva fumare in auto. Naturalmente gli risposi di sì e lui mi disse: ‘Bravo, sei già mio fratello e aggiungo che sei fortunato perché un tempo ero molto più rompi scatole, la vita mi ha ammorbidito’. O J-Ax, cantante tanto grintoso quanto abitudinario: terminato un concerto, vuoi che questo si è tenuto a Napoli piuttosto che a Palermo, all’una o alle tre di notte, lui vuole dormire nel suo appartamento di Milano, guai a passare la notte fuori casa! E tu puoi solamente metterti in macchina e macinare chilometri e chilometri tenendogli compagnia. Perché quasi tutti ricercano la chiacchiera, il consiglio, la battuta di spirito. Molti durante i tragitti non cessano di lavorare e posso dichiarare onorato che qualche brano famoso è stato proprio composto sui sedili posteriori della mia limousine. Altri invece adorano viaggiare raccontando barzellette, come Battiato”.

Ma chi è nello specifico il security man e soprattutto come svolge la sua professione oggi, era in cui la minaccia di attentati, la paura di eventi terroristici è insidiata in ogni dove?È un uomo il cui primo pensiero è la salvaguardia e la tutela dell’altro. È la figura che si occupa a 360° dell’organizzazione, la gestione e l’assunzione di responsabilità della sicurezza del suo assistito. È un professionista in grado di presidiare rischi e pericoli a tutto campo.  La terminologia moderna, per altro, preferisce l’espressione di addetto all’assistenza e all’accoglienza a quella di security man. Resta invece quella di security driver, quindi di un autista esperto, preparato, capace di guidare con la massima naturalezza e precisione di traiettoria e allo stesso tempo capace di prevenire e/o rispondere a eventi che possono ledere l’incolumità del passeggero, come gli stessi incidenti stradali. Quanto alle eventualità negative che caratterizzano il nostro tempo, il ‘bodyguard’ svolge il suo lavoro esattamente come in passato. Ovviamente l’allerta è maggiore. Ad esempio, se devi condurre un artista a un ristorante, e magari, come spesso accade a me, glielo hai prenotato tu, fai sopralluoghi e ispezioni ripetute. Oppure, se la destinazione è un teatro, studi con accuratezza i piani di fuga, le vie di entrata e di accesso. Inoltre, io personalmente, ho aumentato i contatti con le forse dell’ordine. A riguardo, mi ha insegnato molto il recente concertone di Vasco Rossi a Modena. Mio fratello Nico è il suo driver security e mi ha chiamato per rinforzare il già ingente dispositivo contro il terrore messo in campo”.

Amo il mio lavoro, amo accudire le persone, amo rispondere alle loro necessità – conclude Maurizio Degni –. Tornassi indietro ripercorrerei questa strada mille altre volte ancora, perché  non c’è privilegio più grande di essere chiamato angelo custode delle persone a te più care”.

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