Alla sbarra

Cercano di portare 270 chili di hashish in Italia tramite corriere: condannati 4 narcotrafficanti

Si è chiuso così un processo iniziato nel 2009 al termine di un'indagine della Guardia di Finanza

riviera24 - Tribunale

Imperia. Dopo un’ora di camera di consiglio, il collegio formato dai giudici Aschero, Ceccardi e Trevia ha pronunciato la sentenza nei confronti di una banda di narcotrafficanti nordafricani incastrati da una indagine della Guardia di Finanza emiliana e finiti alla sbarra per il loro coinvolgimento in un traffico internazionale di sostanze stupefacenti.

La pena più pesante è stata pronunciata per Hisham Ahlal, condannato, come richiesto dal pm Antonella Politi, a 7 anni e 6 mesi di reclusione. Lo straniero dovrà inoltre risarcire lo Stato pagando una multa di 13mila euro (il pm ne aveva chiesti 20mila).
Sei anni e sei mesi di reclusione, oltre ad una multa di 10mila euro per Inani Jawad, Tarik Ahlal e Aboulmahasin Abderrahim: il pm aveva chiesto per loro 4 anni e 6 mesi e 12mila euro di multa.

Assolto per non aver commesso il fatto, come richiesto dalla dottoressa Politi e dall’avvocato della difesa Carlo Fossati, il marocchino Achoud Driss.

I fatti risalgono al 19 luglio del 2009, quando la Guardia di Finanza aveva arrestato, alla barriera autostradale di Ventimiglia  Gianluca Luciani, 40enne di Urbino, sospettato di essere al servizio delle organizzazioni che gestiscono lo spaccio al centro-nord e in particolare in Emilia Romagna. L’arresto era avvenuto dopo lunghe indagini della polizia sul traffico internazionale di hascisc prodotto in Marocco e smistato in Spagna per poi essere introdotto in Italia attraverso la Francia. Luciani, che al momento del fermo aveva cercato di abbandonare il carico di droga e di scappare a piedi, era stato immediatamente immobilizzato dai finanzieri che gli avevano sequestrato 270 chili di hascisc purissimo. La droga, suddivisa in 9 confezioni in tela sigillate con nastro adesivo, era nel bagagliaio di un’Audi A4. Il notevole quantitativo era stato suddiviso in 2.699 panetti che, una volta immessi sul mercato, avrebbero fruttato poco meno di 1 milione di euro. Per trasportare il carico il Luciani aveva confessato di aver percepito un compenso di 6 mila euro.

Grazie a centinaia di intercettazioni telefoniche, pedinamenti e un dispositivo Gps inserito sull’Audi utilizzata come “corriere” della droga, la Gdf era riuscita a provare il traffico di stupefacenti, culminato con l’arresto in flagranza di reato dell’italiano. Ma le indagini, e soprattutto la giustizia, sono andate avanti. Per questo sul banco degli imputati sono saliti Achoud Driss accusato di essere “promotore e preposto al gruppo dedito a traffici di stupefacente”,  Inani Jawad e Hisham Ahlal “quali organizzatori che tenevano i contatti con i fornitori spagnoli e concordavano l’acquisto del quantitativo di hashish da importare, recandosi personalmente in Spagna per la presa in consegna” e Tarik Ahlal e Aboulmahasin Abderrahim “quali collaboratori che si attivavano per raccogliere il denaro”.

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