Sette note

All’oratorio di Vasia un concerto dedicato al grande compositore Luciano Berio

Concerto con artisti di livello internazionale promosso nel paese dell'entroterra per ricordare una figura importante della musica

luciano berio

Vasia. L’appuntamento è per questo pomeriggio alle 18,30 all’oratorio di Vasia. Qui verrà ricordata una figura importante della musica italiana: Luciano Berio morto il 27 maggio 2003.

Protagonisti del concerto saranno Juliane Pehm al violino, Olesya Rusina al violino, Gundula Hebisch alla viola e Karlheinz Steeb alla viola. La durata del concerto è di circa un’ora ad ingresso libero con offerta.

Il programma del concerto breve musiche ovviamente musiche del grande Luciano Berio, quindi di Hindemith e Druzinin.

Chi è Luciano Berio
Luciano Berio nasce a Oneglia (centro industriale ligure, già dal 1923 parte del comune di Imperia), figlio di Ernesto Berio e Ada dal Fiume. Impara a suonare il pianoforte dal padre e dal nonno, musicisti (furono entrambi organisti e compositori). In quel periodo, attraverso le esecuzioni domestiche che suo padre promuove (e conduce) assieme ad amici, conosce la produzione cameristica di musicisti come Schubert, Mendelssohn, Beethoven, Mozart e riceve (per tre anni) lezioni di violino. Si interessa anche alla musica operistica, tanto che a 13 anni rimane profondamente commosso dall’ascolto de “La Bohème” alla radio. Durante la Seconda guerra mondiale è chiamato alle armi, ma il primo giorno si ferisce ad una mano mentre impara ad armare una pistola. È così costretto a trascorrere molto tempo all’ospedale militare, prima di fuggire per evitare la coscrizione.

Dopo la guerra, Berio studia al conservatorio di Milano con Giulio Cesare Paribeni e Giorgio Federico Ghedini. Essendogli preclusa la carriera concertistica come pianista (a causa della ferita alla mano), Berio sceglie di concentrarsi sulla composizione. La prima esecuzione pubblica di un suo pezzo, una suite per pianoforte, avviene nel 1947. In questo periodo lavora come accompagnatore al pianoforte in alcune classi di canto; è in questo modo che fa la conoscenza del mezzosoprano americano Cathy Berberian, che sposa dopo essersi diplomato e dalla quale divorzierà nel 1964. Molte composizioni di questi anni utilizzano le caratteristiche peculiari della versatile, quanto inimitabile voce di questa cantante.

Nel 1951, Berio arriva negli Stati Uniti per studiare con Luigi Dallapiccola a Tanglewood. Benché in seguito Berio esprima delle riserve sulle capacità didattiche di Dallapiccola, tuttavia dal maestro egli assorbe un vivo interesse per le problematiche legate alla scrittura dodecafonica. Successivamente frequenta i corsi estivi di Darmstadt, incontrando Pierre Boulez, Karlheinz Stockhausen, György Ligeti e Mauricio Kagel. Prende anche un vivo interesse per la musica elettronica e, insieme con Bruno Maderna, nel 1955 fonda a Milano lo Studio di fonologia musicale Rai di Milano, uno studio dedito alla produzione di musica elettronica. Qui invita parecchi famosi compositori, tra i quali Henri Pousseur e John Cage. Fonda inoltre il periodico Incontri Musicali.

Nel 1960, Berio ritorna a Tanglewood come Compositore in Residenza, e nel 1962, su invito di Darius Milhaud, assume una cattedra presso il Mills College, a Oakland (California). Nel 1965 incomincia ad insegnare presso la Juilliard School di New York, dove fonda il Juilliard Ensemble, un gruppo dedito a esecuzioni di musica contemporanea. Lo stesso anno si sposa, questa volta con la filosofa della scienza Susan Oyama, dalla quale divorzierà nel 1971. Tra i suoi studenti ci sono anche Louis Andriessen e Steve Reich. In tutto questo periodo Berio si è alacremente creato una solida reputazione, vincendo il “Prix Italia” nel 1966 per Laborintus II (testo di E. Sanguineti, con il quale già aveva collaborato, nel 1963, con l’opera Passaggio). Nel 1968 compone la sua Sinfonia eseguita alla Carnegie Hall di New York con gli Swingle Singers. Nel 1972, Berio torna in Italia. Tra il 1974 ed il 1980, su richiesta di Pierre Boulez, è direttore della divisione elettro-acustica dell’IRCAM di Parigi. Nel 1977 si sposa, per la terza volta, con la musicologa Talia Pecker.

Nel 1987 fonda a Firenze Tempo Reale, centro di ricerca, produzione e didattica musicale attivo ancora oggi, con lo scopo di investigare nell’ambito delle applicazioni delle nuove tecnologie al campo musicale; con i musicisti e tecnici del centro Berio realizza i suoi ultimi lavori con elettronica. Nel 1994 è “Distinguished Composer in Residence” presso la Harvard University, dove rimane fino al 2000. È stato attivo anche in qualità di direttore d’orchestra ed ha continuato a lavorare, sia come direttore che come compositore, fino agli ultimi giorni della sua vita. Nel 2000 diventò Presidente e Sovrintendente dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia a Roma; fu proprio sotto la sua sovrintendenza che venne inaugurato, nel 2002, il nuovo Auditorium Parco della Musica. Nel 2001 è autore di un nuovo finale dell’opera Turandot di Puccini, significativamente diverso da quello tradizionale di Alfano.

Luciano Berio muore nel 2003 all’età di 77 anni in un ospedale, a Roma, poco dopo aver ultimato la stesura del brano Stanze, per baritono, coro e orchestra.

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