Il provvedimento

Blitz all’Oasi Park di Diano Marina, sgomberati i camperisti in vacanza per Pasqua

Un primo sopralluogo risale allo scorso settembre su disposizione della procura della Repubblica di Imperia

La Procura della Repubblica ordina il sequestro dell'Oasi Park di Diano Marina

Diano Marina. Non c’è pace per i camperisti che raggiungono la Riviera e più in particolare Diano Marina per il weekend pasquale. Questa mattina l’Oasi Park ha ricevuto l’ennesima visita della polizia municipale. Motivo? L’area è solo autorizzata al rimessaggio e non può ospitare camper e roulotte. Gli agenti della polizia municipale hanno notificato al gestore un’ordinanza che è appena entrata in vigore firmata dal sindaco Giacomo Chiappori.

Quello di oggi è il secondo blitz nel giro di sette mesi compiuto dalla polizia municipale del golfo degli aranci seguito dalle proteste dei camperisti che hanno applaudito durante il loro sopralluogo. Insieme ai vigili urbani sono arrivati poco dopo anche i carabinieri perché non sono mancati attimi di tensione tra i camperisti. Ma i militari dell’Arma hanno solo garantito l’ordine e la sicurezza pubblica.

Contrariato il titolare dell’area camper dianese, Lucio Quaglio, che proprio oggi aveva inviato in Comune un’istanza per ottenere l’autorizzazione e consentire la sosta dei tanti camperisti arrivati in questo periodo in Riviera per trascorrere le prossime festività di Pasqua. Quaglio ha quindi chiesto la sospensione dell’ordinanza di sgombero. Un primo sopralluogo risale allo scorso settembre su disposizione della procura della Repubblica di Imperia.  Poi l’area era stata dissequestrata dal Tribunale di Imperia, con parere favorevole della magistratura. Il tribunale aveva disposto che l’area potesse essere utilizzata come rimessaggio dei mezzi e non come attività turistico-ricettiva.  

Un provvedimento che faceva seguito ad un’ordinanza di inizio mese che portava la firma del sindaco Giacomo Chiappori che imponeva “l’immediata cessazione dell’attività di campeggio o qualsivoglia attività ricettiva all’aria aperta per le precarie condizioni igienico sanitarie che possono essere pregiudizio della salute pubblica”. Ma era stata emessa anche una seconda ordinanza perché il numero massimo dei mezzi che potevano essere ospitati era di 250 unità quando la polmunicipale ne aveva contati almeno 600. Contro le due ordinanze erano stati presentati ricorsi al Tar, ma entrambi erano stati respinti.

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