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Fenomeno Cogli1. La social page per ‘una comunicazione più civile’ diventa virale

Una comunicazione basica "perché se gridi non ti ascolta nessuno"

Riviera24 - Antonio Carli

Imperia. Silenzio, ascolto. Sono queste le chiavi del cambiamento perno di ‘Cogli1’, la social page aperta su facebook i primi di gennaio e in breve diventata virale. Li per li stravagante, provocante, per molti a ‘doppio senso’. Se l’intento voleva essere stupire, beh, con i suoi brevi video di circa 30 secondi dai forti contenuti d’attualità ‘Cogli1’ ha fatto centro. “Ci chiamiamo ironicamente ‘opinionisti’ ma non abbiamo certo la pretesa di ergerci a tuttologi, anzi. – spiega Antonio Carli, ideatore del progetto insieme a Giovanni CammalleriIn modo dissacrante vogliamo solo portare alla riflessione e recuperare una forma di comunicazione che sia meno veemente, più civile”.

Lo spazio racchiude il nostro tempo guardandolo da un altro punto di vista, in uno smart-phorm di opinione (mezzo rapido, veloce…sintetico). Dietro Cogli1 e al suo ermetismo c’è un mare di messaggi. “Cogli1 sta infatti per ‘cogli uno’ ossia ‘prendi uno e ascolta ciò che vuole dire’. Perché in un’epoca in cui la comunicazione è diventata rumore e i concetti sono poco o nulla, armati solo di  un telefonino e al motto di ‘W.C.ini da sempre’, è come se facessimo scrematura di tutto ciò che risulta inutile se capiamo che l’umanità si estinguerà in uno sbadiglio! E Antonio, per attuare quella scrematura usa emblematicamente lo sciacquone. “So che non posso avere risposte, ma mi basta iniziare a farmi delle domande”.

Antonio Carli è attore e regista che vanta lavori in tutta Italia e con i più grandi, da Gabriele Lavia a Valeria Valeri, passando da Corrado Tedeschi, Anna Galiena, Virna Lisi, Paolo Villaggio. Lui, figlio d’arte (il papà Franco, grande professionista che, tra l’altro, per anni ha diretto il Teatro Cavour di Imperia nei tempi d’oro in cui a gravitare su quel palco erano i suoi amici, nomi come Sergio Castellitto, Giorgio Gaber e Giorgio Albertazzi). Ed è proprio nelle doti artistiche di Antonio Carli che Cogli1 guarda oltre, e lo fa anche attraverso il logo: una mano che raccoglie una palla da biliardo (il peso che può avere l’opinione di un individuo). Una comunicazione basica, che punta ad una trasformazione di una cultura che lasci alle spalle false opportunità dando spazio alla bellezza dell’arte e della cultura, basica “perché se gridi non ti ascolta nessuno”; una comunicazione da cui, se sfogliata dei suoi strati, esce “quel cambiamento che deve partire innanzitutto da ognuno di noi”.

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