Imperia. “Non mi sono mai considerato il ‘risolutore’, l’uomo mandato da Dio per riuscire ad eliminare le beghe. Ho fatto un lavoro sereno e determinato, che sta continuando con la collaborazione di tanti sacerdoti e laici. Ho fatto quello che ho ritenuto giusto per riorganizzare la diocesi e per dare nuovo vigore all’attività pastorale, sono contento”.
Con queste parole il vescovo di Albenga-Imperia, Guglielmo Borghetti, ha definito la propria attività alla guida della diocesi ingauna: lo ha fatto nel corso dell’incontro con i giornalisti in occasione del Santo Patrono, e già espresso in passato nel corso della 51esima giornata mondiale delle comunicazioni sociali. “Abbiamo affrontato e risolto situazioni complesse – ha spiegato Borghetti – e anche sul bilancio sono stati fatti correttivi con l’obiettivo di dare certezze alle finanze della curia”.
Tra i temi più caldi, nella diocesi di Albenga, c’è indiscutibilmente quello dell’ospitalità ai profughi. “Sono di sinistra perche sono accogliente? – chiede provocatoriamente il vescovo – Non direi proprio, e poi sono una persona che non ha certo etichette politiche. Attualmente nelle nostre strutture, con la gestione delle cooperative, ci sono oltre 130 rifugiati e continueremo nell’accoglienza con entusiasmo, perché al primo posto dobbiamo mettere il volto dell’uomo sofferente, in fuga dalla guerra e da situazioni penosissime. Noi come uomini e credenti abbiamo il dovere, dolcissimo anche se impegnativo, di aprire porte e finestre ma prima di tutto il cuore”.
Il vescovo infine ha anche lanciato un monito ai giornalisti, un appello ad attenersi sempre alla verità dei fatti: “Oggi più che mai, con le nuove tecnologie, l’informazione ha un ruolo ed una funzione essenziale. Ed il giornalista deve ricercare e selezionare un maggiore flusso di dati e notizie per offrire una realtà veritiera e attendibile”.
(Foto da IVG.it)
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