Film sociale

Disagio psichiatrico e paure umane nell’ultimo corto ‘Libera il Ragno’ di Enzo Mazzullo

Secondo le prime statistiche di visione, si tratta di un film che tocca l’anima, perché dedicato a chi del proprio mestiere ha fatto una missione di cuore.

Sanremo. Dura solo sei minuti, il film “Libera il Ragno” firmato da Enzo Mazzullo. Per la carriera artistica del nostro artista sanremese è il vero giro di boa che, se consideriamo l’uscita dall’accademia nel 1990, sta infatti per compiere 30 anni di attività. 30 anni come attore, prendendo parte innumerevoli commedie classiche, girando il mondo con la commedia dell’arte, partecipando a numerose fiction tv, cinema di piccolo, medio e grande calibro come Star System che lo ha visto anche in America.

Da circa due anni, si è buttato nella regia, sia teatrale che cinematografica, mettendo in cantiere tre cortometraggi e ottenendo il giusto riscontro per ognuno di essi ma in cui mai si è occupato del malessere sociale. Fino ad oggi, poiché,  con “Libera il Ragno”, decide di stabilire un altro confine, quello che regna negli uomini che nascondono altri uomini. Prodotto da L’Atelier Teatrale di Penelope e da Le Monde de Raisin, si può definire un film al “femminile” considerando l’ottima valenza interpretativa di Giovanna Uva e sopratutto di Stefania Valsecchi che impersona una giovane psichiatra al suo primo incarico di specializzazione: dovrà infatti far uscire da un istituto in disarmo l’unico ed ultimo paziente rimasto. Sarà un confronto con il suo animo.

Secondo le prime statistiche di visione, si tratta di un corto che tocca l’anima. Difficile non emozionarsi, perchè dedicato a chi del proprio mestiere ha fatto una missione di cuore. Guarda qui: Libera il Ragno

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