La storia

Il lucroso business del passeur a Ventimiglia tra i disperati che sognano l’Europa

Guadagnano dai 100 ai 150 euro a persona e fanno viaggiare i clandestini a bordo di vecchi furgoni o auto con centinaia di migliaia di chilometri nel motore

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Ventimiglia. Lasciano guerra, massacri e dittatura. Il viaggio della speranza finisce a Ventimiglia. Ma per molti profughi è solo una tappa. Chi ha ancora qualche soldo in tasca si affida ai passeur che speculano sulla pelle di questi immigrati senza nome.

Se a Calais si pensa ad un piano di sgombero delle numerose tendopoli, a Ventimiglia dilaga il sommerso dei trafficanti di uomini. Un passeur guadagna mediamente 100-150 euro a persona. Rischia una pena fino a 5 anni di carcere, l’immigrato mette in pericolo la sua vita. Due le vittime nel giro di 15 giorni tra l’Italia e la Francia: una sedicenne eritrea e un trentenne sudanese. La polizia sta ora cercando quelli che hanno organizzato il “passaggio” alla ragazzina eritrea e al trentenne del Sudan. Indagini complesse che richiederanno tempo.

Le forze dell’ordine pattugliano l’autostrada con più attenzione, mentre a Ventimiglia viene ipotizzata l’esistenza di un’organizzazione gestita da magrebini molto attiva. Un passeur residente a Imperia è stato arrestato ed è finito ai domiciliari, altri sono in cella in attesa di giudizio.

Nel mese di settembre ben sei quelli arrestati sul confine di Stato. I mezzi per trasportare i clandestini da una parte all’altra della frontiera sono vecchi furgoni, auto con centinaia di migliaia di chilometri nel motore ormai destinate alla rottamazione. Sono però quelle che si notano di più e che poliziotti e gendarmi fermano continuamente tra ponte san Luigi e ponte san Ludovico.

Polizia frontiera arresto passeur Ventimiglia

Ci sono poi i passeur dei treni. Aiutano i migranti a salire sui convogli diretti in Francia, soprattutto al venerdì approfittando della confusione del mercato. Il prezzo da pagare è la metà di quanto dovuto al tassista del furgone o dell’auto che infilano i clandestini nel bagagliaio o in spazi angusti e talvolta privi di aria. Ci sono poi altri modi per superare il confine: molti profughi camminano a piedi verso l’ex frontiera tra Olivetta San Michele e Sospel, sulla statale del Colle di Tenda. C’è anche chi, pagando una guida, si avventura sul sentiero della morte sopra i paesi di Mortola e di Grimaldi per poi raggiungere le piazzole dell’autostrada.

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