Il ritorno sui banchi

“Buona scuola flop”, per le chiamate dirette in ritardo tante classi restano scoperte

Il rischio maggiore è quello che alla fine il 20% delle classi non abbiano il proprio insegnante a inizio anno

Manifestazione studenti Sanremo Gelmini corteo

Imperia. Mancano meno di 48 ore alla prima campanella del nuovo anno scolastico. Magagne del concorsone, reggenze multiple dei dirigenti scolastici, mancanza di collaboratori scolastici e scuole che hanno necessità di interventi seri di manutenzione.  Il rischio maggiore è quello che alla fine il 20% delle classi non abbiano il proprio insegnante a inizio anno, ma siano costrette ad attendere settimane se non mesi perché le cose vadano al posto giusto. “Tutta colpa della politica – dice Gianni Garino, segretario generale della Cisl scuola – E’ come sparare sulla Croce Rossa, ma è bene sapere che i sindacati non hanno avuto voce in capitolo in nessuna delle operazioni messe in campo dal governo: concorsone, reggenze dei dirigenti con più istituti da controllare e sulle chiamate dirette dei presidi, con l’invio del curriculum da parte dei candidati”.

Proprio Garino ricorda che queste cose, in precedenza, avvenivano a fine agosto: “Quest’anno siamo in forte ritardo e il tutto dovrà avvenire in fretta, entro il 15 settembre, ma la vedo dura, per i presidi, compiere una selezione così delicata in poco tempo”.

Ci sono però anche altre criticità: “Riguardano ad esempio la mancanza di collaboratori scolastici da destinare nei plessi dell’entroterra dove spesso sono i docenti, al mattino, a dover aprire le scuole e ad occuparsi della sorveglianza, oltre che delle lezioni – dice il sindacalista – e dobbiamo ricordare che far sopravvivere una scuola nell’entroterra alla fine giova a tutta la comunità perché i Comuni e gli altri enti sono di fatto costretti ad effettuare manutenzioni delle strade non solo per consentire ai ragazzi di andare a scuola, ma anche alla gente di poter andare a lavorare”.

Ma ci sono anche altre lacune: in alcune scuole banchi e sedie sono rotti, istituti costruiti prima del ’75 che non sono a norma per la sicurezza antisismica con genitori che da anni lottano per avere aule sicure e dignitose soprattutto nei Comuni più piccoli. “Con il patto di stabilità bloccato – dice Garino – I Comuni hanno le mani legate. I sindaci fanno i salti mortali. Se solo si potessero spendere dei soldi forse i plessi scolastici sarebbero davvero di qualità più elevata. Qui in Liguria però rispetto ad altre parti d’Italia – sottolinea il sindacalista – stiamo meglio, ma non dobbiamo rallegrarci. Si può sempre migliorare”.

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