Ventimiglia. Dopo l’aggressione al 19enne Mohamed, avvenuta ad Imperia, la settimana scorsa a rischiare la vita per mano di un italiano, pregiudicato, è stato Iman (nome di fantasia). Questa volta, il tentato omicidio a sfondo razzista è avvenuto in via San Secondo, nei pressi della Caritas intemelia: là dove i migranti si recano per trovare un piatto caldo e vestiti puliti, uno di loro stava per trovare la morte.
Francesco Tripodi, 61 anni, ventimigliese, era stato fermato e arrestato dai carabinieri. Questa mattina il giudice del tribunale di Imperia Paolo Luppi ha confermato l’arresto e la reclusione in carcere. Deve rispondere di tentato omicidio aggravato dall’odio razziale.
“Negro di merda, ti ammazzo”: queste le parole che Francesco Tripodi ha rivolto ad un 20enne nigeriano colpevole di avere la pelle di un altro colore. Dalle parole, poi, è passato ai fatti, colpendo il giovane extracomunitario sulla testa con una bottiglia di vetro. Con i cocci taglienti della bottiglia rotta, Tripodi ha poi cercato di accoltellare il nigeriano ma è stato fermato dal tempestivo intervento dei carabinieri del nucleo operativo e radiomobile.
Già la sera prima, Tripodi aveva minacciato il ragazzo. Il suo comportamento aggressivo nei confronti del giovane nigeriano non era passato inosservato agli occhi del tenente Giovanni De Tommaso e dei suoi uomini. E’ stato proprio per evitare che ci scappasse il morto, che una pattuglia dei carabinieri di Ventimiglia, al comando del maggiore Giorgio Sanna, si è appostata nei pressi di via San Secondo ed è intervenuta al culmine dell’aggressione.
Accompagnato in pronto soccorso per le medicazioni del caso, il ventenne è già stato dimesso. A non essere ancora guarite, però, sono le ferite inferte al suo animo: difficile capire che qualcuno voleva ammazzarlo solo perchè “negro”.
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