La proposta

Migranti, per rispondere alle esigenze igienico sanitarie il Sindaco di Ventimiglia propone un centro provvisorio

Il flusso migratorio a Ventimiglia non si arresta e la sua gestione continua a gravare sulle forze dell’Amministrazione, della Curia e di encomiabili volontari

Migranti alle Gianchette, è allarme tra i residenti

Ventimiglia. Il flusso migratorio a Ventimiglia non si arresta e la sua gestione continua a gravare sulle forze dell’Amministrazione, della Curia e di encomiabili volontari: gli sforzi in essere non sono più in grado di affrontare l’evolversi della situazione.

L’ultimo dato giunto dal quartiere delle Gianchette parla di 350 persone registrate che pernottano presso la Chiesa di Sant’Antonio e di circa 700 pasti distribuiti giornalmente.

È per questo motivo che il Sindaco Enrico Ioculano è tornato a sollecitare il Ministero dell’Interno evidenziando le difficoltà e l’impossibilità di continuare in queste condizioni, formulando lui stesso una proposta per porre rimedio ad una situazione che ad oggi non ha una gestione organizzata né una programmazione.

Ieri il Sindaco ha anche riunito i capigruppi consiliari per coinvolgere la minoranza: una discussione da cui non sono giunte proposte esterne all’Amministrazione e che si è risolta nell’illustrazione del progetto della maggioranza.

La proposta inviata alla Prefettura consiste nella realizzazione di un punto di accoglienza transitoria (48h) dove siano coperte le primarie esigenze umanitarie e sanitarie dei migranti (anche al fine di evitare eventuali rischi di pandemia) e per evitare il proliferarsi di insediamenti di “fortuna” distribuiti sul territorio, con risvolti rilevanti anche ai fini dell’ordine pubblico.

Un campo transitorio (con installazione di tende, moduli bagni e docce e cucina da campo) con capienza di 250/300 persone. Il dispositivo proposto prevede la possibilità di accesso di persone identificate e non, che ai fini di una efficace gestione del campo verranno “registrate” in ingresso e avranno la possibilità di rimanere in struttura per non oltre le 48h.

Durante questo breve periodo di permanenza il soggetto dovrà decidere se assoggettarsi ad identificazione. Spesso i migranti non sono oggetto di precedente identificazione prima di giungere a Ventimiglia e non hanno contezza né della eventuale possibilità di richiedere asilo politico né delle conseguenze che ne derivano sia in caso di diniego sia in caso di accoglimento della domanda. Ciò impone la necessità di attivare immediatamente un punto di informazione sullo status di rifugiato che non può essere demandato a singole associazioni né a privati non adeguatamente formati, ma bensì ad istituti/enti quali ad esempio l’UNHCR, che tuttavia, per intervenire, necessita anche di mandato ministeriale.

In sintesi, il soggetto che vorrà usufruire dei servizi del Centro dovrà sottoporsi a registrazione oraria, e sarà immediatamente informato delle possibilità di richiedere o meno asilo; coloro che non saranno sottoposti a registrazione non potranno godere dell’assistenza del Centro.

Il dispositivo presentato comporta costi di avvio e gestione tali da non poter essere sopportati solo ed esclusivamente da Comune e volontariato. Anche per questo motivo ci si è rimessi ad una pronta valutazione del Ministero per il supporto economico, gestionale, logistico e di presidio – volto alla sicurezza – necessario all’iniziativa.

Conscia del fatto che questo tipo di proposta non risolva la situazione in essere nel suo complesso, l’Amministrazione Comunale è convinta che almeno in parte sia necessario rispondere ad alcuni aspetti quali ad esempio i bisogni umanitari e informativi, oltre a porre rimedio a situazioni contingenti attenzionate come quella creatasi nel quartiere delle Gianchette.

In attesa che il Ministero intervenga allentando la pressione migratoria sul confine, si è richiesto che a fronte di un impegno di questo genere da parte della Città sia garantito che ulteriori accampamenti e/o insediamenti spontanei vengano evitati o bloccati sul nascere.

Questa mattina il Sindaco ha incontrato il direttore generale ASL n°1 il quale relazionando sulla situazione presente alla Chiesa di Sant’Antonio, ha segnalato la grave situazione di sovraffollamento e ha richiesto di provvedere a rimuovere la situazione di pericolo; il primo cittadino ha messo al corrente l’Asl delle iniziative in essere, e lo ha informato sulle continue comunicazioni che intercorrono con la Prefettura e la Questura.

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